La goccia scava la roccia

Ciao Papo,
oggi gliel’abbiamo fatta sudare ‘sta Lettera 58 a tutti questi che ci aspettano ogni giorno, eh! Ma secondo te lo sanno che abbiamo una vita e una morte da vivere, come si definisce quel che fai tu di là? Spiegamelo così lo spiego alla mamma, a Totta, ai nonni e agli zii per primi! Insomma, ma non lo sanno che abbiamo da fare? Magari potessi starti a scrivere tutto il giorno, dormire di notte e stare con la mamma e Totta da quando arrivano da scuola e lavoro fino a quando si va a nanna!
Abbiamo fatto un sacco di lavoro oggi, eh! Abbiamo recuperato tutte le battute tue e di Totta! Sono una marea e sono tutte belle ed esilaranti! Oltre alla ristampa di “Mamma ho fatto la cacca dura come gli zoccoli di uno gnu!”, con tutto questo materiale ci si possano almeno almeno scrivere altri due libri di “Massime di Papo e Totta” o fare una collana di 6/7 libri a fumetti mettendo un’ottantina di battute per libro. Sonia, “Il Ponte”, mi ha detto che tu, Papo, le ha comunicato, ero presente anche io, che devo scrivere un libro a fumetti. Il compito che mi affidi, ora che sei di là dall’Infinito, è quello di far sapere ai bambini che la morte non è una cosa brutta ma solo un passaggio. Io, Papo, non so… Crederci, non crederci… È anche questo un percorso che sto facendo da persona scettica e razionale, da padre di famiglia che ha una figlia ed una moglie e per loro deve essere forte e sano di mente, certo che qualcosa in più del “solido e materiale” esiste… Non so… So solo, molto egoisticamente – ma cazzo penso proprio di meritarmelo io e tutta la mia famiglia – che voglio poter vivere e campare di questo. Di scrivere, facendolo tutto il giorno, tutti i giorni, perché in questa dimensione così vicina a te, Papo, io ci sto proprio bene. Vuoi mettere una collana di libri a fumetti i cui autori sono due bimbi dagli zero ai sette e dieci anni? Si è mai visto su ‘sto pianeta? Io non ho nessun merito se non quello di credere ciecamente nei bambini, nei miei figli! Vedremo come ne uscirà, Papo, se si farà vivo qualcuno, io a giorni scriverò a Feltrinelli e gli presenterò tutto il materiale anche dei libri delle Lettere, anche lì una collana infinita ora che arriverò alla 14.500.
Ieri, Papo, a me che sono di qua nel mondo dei finiti sono successe due cose molto particolari. La prima è che un po’ di gente voleva comprare il tuo libro, ma non è in commercio, sai che qualcuno non lo ha ancora capito? Non hanno ancora capito che me ne sono rimaste solo una ventina di copie che regalo agli stretti. Beh, ‘sti pazzi si sono messi a cercarlo in internet ed hanno trovato dei link ed il codice ISBN, è il codice che si dà ad ogni libro che viene pubblicato. Ti ricordi che nel 2010 lo avevamo pubblicato e stampato? Ecco, poi il libro venne distribuito e il codice ISBN venne fornito a vari rivenditori, tra cui Amazon, dove la mamma ci compra film, giochi, libri e vestiti. Papo, non ti ho mai detto che Amazon è dove mandiamo la letterina di Babbo Natale… Ma questa è un’altra storia, torniamo ai picchiatelli che vogliono il tuo libro: insomma, nonostante su Amazon risulti il codice, il libro non c’è perché è andato esaurito. Nonostante la mia spiegazione, capitanati da Roberto si sono messi in una decina abbondante a scrivere ad Amazon che vogliono il tuo libro. Io sulle prime, ti confesso Papo, li ho presi per scemi. Poi però ho realizzato che hanno fatto bene! C’è così tanto Incasinato Amore che io, piccolo uomo, mica lo posso contenere tutto… E allora gli ho detto di divertirsi, di fare un casino pazzesco! Di fare il cazzo che gli pare meglio per far volare la tua storia! Perché a te, Papo, piace tantissimo il casino! E pure le storie belle e allegre! E la nostra prima di tutto è una bellissima storia allegra.

Papo e le confessioni di una mente pericolosa…
Totta: “Io rido solo se vedo qualcosa che mi fa ridere”.
Papo: “Io invece rido se vedo qualcosa che mi fa ridere, rido se sento qualcosa che mi fa ridere, rido se mi tocca qualcosa in punti che mi fanno ridere, rido se annuso qualcosa che mi fa ridere, tipo la cocaina, che la annuso e divento scemo…”.

Papo con la tipica nonchalance che contraddistingue il Buddha, mentre suo zio una via l’altra si svampa una caterva di sigarette: “Zio ma tu ogni tanto capita che non fumi!!?”.

Colazione con cereali, sulla scatola c’è Pirlo che sponsorizza Dottor sorriso, Totta mi domanda chi sia quel ragazzo, le rispondo che è un calciatore, “E come si chiama?” continua Totta. “Andrea Pirlo”. “Ah, ah, ah, si chiama come te!” se la ride Totta. “Già Andrea…” faccio io. “No, Pirlo!”.

Papo tutto timorato: “Posso fare una richiesta?”. “Dì Papo!”. Papo: “Posso fare una partita al Nintendo? “. Io: “Vai Papo, gioca!”. Papo: “Pa’, che Dio ti protegga!”.

Poi ieri sera sono uscito a cena con tre amici, due perché Scatolo era a letto con l’ernia infiammata, povero, l’ho preso per il culo e insultato anche ieri che era rotto in due pezzi… Siamo stati in una bella trattoria, lo zio Pallo s’è preso una tartare di carne, roba da cannibali come voi due, e per me erbivoro, come mi dicevi tu, una zuppa di ceci, e poi mi sono dilettato coi formaggi di capra. Eravamo seduti sotto alla lavagna del menù del giorno, tutti venivano a leggere cosa mangiare e lo zio Pallo attaccava bottone con tutti, come al suo solito, lo sai che a volte lo zio è “Svantaggiato” e imbarazzante, come quando in gita in un borgo in Garfagnana si passeggiava per i boschi, il terreno era un po’ insidioso a causa della pioggia, lui scivolò sporcandosi pantaloni e mani di fango. Si rialzò, tra le risate di tutti, tu Papo, avevi quattro anni, lo guardasti serissimo e gli dicesti: “Pallo, mi fai schifo solo a guardarti!”. Ok, abbiamo inquadrato la situazione. Ad un certo punto della serata però lo zio Pallo fa l’errore marchiano di dare confidenza alla persona sbagliata! Una signora di ottantuno anni che ci attacca una pezza di un’ora; Papo, eri lì che ci guardavi e ridevi come un matto? Sessanta interminabili minuti di orologio a parlarci della sua storia, ogni tanto si allontanava per qualche istante per fare qualcosina ma pochi istanti e tornava alla carica come “Christine – La macchina infernale”. La storia della signora Emma, per altro era molto bella ed affascinante, fosse durata il giusto tempo, cinque, dieci, dai è anziana regaliamole ‘sto quarto d’ora di Gloria! In sostanza Emma a sette anni, durante la Seconda Guerra Mondiale, sotto i bombardamenti prima degli alleati, poi dei tedeschi, viene sfollata a Brescia. Papo, i bimbi dell’epoca venivano portati via dalle grandi città perché se no si moriva sotto le bombe, all’epoca in Europa morivano molti bambini. Insomma, lei a Brescia e suo zio preferito al combattere al fronte, in Albania. Passano gli anni, lo zio non torna mai, si viene a sapere che è morto ed Emma lo cerca per tutta Europa, una miriade di viaggi, lettere a consolati, ricerche, non si arrende mai e dopo cinquantacinque anni – sì Papo hai capito bene! – Dopo 55 anni trova i resti dello zio in un cimitero in Germania, vicino a Francoforte e lo riporta in Italia. Fa cambiare una legge a sua detta “brutta e iniqua”, perché per riportare i resti patria ci vorrebbero ottomila euro ma si tratta di eroi di guerra caduti per la patria, che paghi lei, la Patria, e la fanno Cavaliere della Repubblica Italiana. Prima donna a ricevere questa onorificenza. Fin qui tutto bello e tutto vero, ci fa cercare su internet, ci porta stralci di giornale. Poi forse parte un po’ per la tangente quando ci racconta che ora vive in un paesino della provincia, qualche anno fa racconta tutta la sua storia alla farmacista, la farmacista scrive il soggetto di un film ed in America producono il film, a sua detta con molta dovizia di particolari che lei stessa aveva raccontato alla farmacista. La farmacista diventa ricca e scappa ma lei la troverà! Minchia, Papo, me la vedo proprio la vecchia Emma come “Christine – La macchina infernale” alla ricerca della farmacista scappata col bottino… La storia comunque a me conferma che “Chi la dura la vince”, “La goccia scava la roccia”, abbiamo tutto il tempo Papo per far conoscere a tutto il mondo la nostra storia!
A me continuano a commentare le Lettere che ti scrivo, non sono richiesti e rispondo di rado, mi fanno piacere tutti i commenti anche se non capisco il bisogno di commentare, ma siamo tutti fatti in modo diverso e gli slanci mi sembrano tutti genuini e a fin di bene, alcuni mi lasciano basito, altri sono pensieri preziosi da tenersi in testa. Solo, io vorrei smettessero di dirmi che sono un super papà, io solo ho fatto e faccio ciò che devo e sento. Scrivevo un anno fa:

05.11.’14, un anno fa, Papo si accasciava esanime al suolo e solo dopo un intero minuto, sessanta secondi di arresto cardiocircolatorio, il defibrillatore che ha impianto nel petto lo tratteneva in questa vita. Non voglio commuovere nessuno, non cerco approvazioni e “mi piace”, non mi solleva la compassione, mi guadagno un posto da ‘ste parti giorno per giorno, buttando giù merda come tutti (un po’ di più della media) cercando di apprezzare tutto il bello che comunque c’è. A volte sono insopportabile nei confronti di chi più Amo e Stimo, mi fanno stare ancora peggio le mie reazioni incontrollate ma va così. E a volte mi sembra già tanto che vada. Ma va! E continuerà ad andare! Chiedo solo che il percorso terreno di Papo e dei miei cari sia il più leggero possibile, questo chiedo e a questo serve.

lett-58

È andata così, Papo? Sta andando così, Papo? Da che parte va ‘sta vita, Papo?
Ciao Grande, passa a dare un bacio a Sveva che oggi compie otto anni e ti vuole tanto bene!
Papà

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