Stefano e Stefano e la foto Regalo

Ciao Papo,
Jacopo a me piaceva anche Stefano ed oggi la lettera la concedo tutta a ben due Stefano.

Ogni giorno non penso alla morte, penso alla vita. Penso a quanto sia misteriosa, sorprendente e così fugace che è facile lasciarcela sfuggire di mano sprecando tempo ad occuparci del superfluo.
Penso alla vita, a quanta vita possa esserci in una foto come quella che ho scattato domenica scorsa a Nicco che ride perché ha i baffi di gelato, e dietro si vede Tea in attesa della sua porzione di dolcezza; penso a quanta potenza ci sia nella risata di un bambino, quanta felicità, di quella felicità incosciente, non perché stupida ma perché non ha bisogno di porsi domande, sta vivendo una festa che è festa anche quando fuori piove così tanto da non riuscire nemmeno a guardare in cielo, una festa che va solo vissuta, non serve altro. Riguardo quella foto, penso a quanta bellezza emani, così tanta che deve essere condivisa e intanto gli auguro di poter ridere così per la maggior parte della loro vita.
Ogni giorno penso alla vita, penso che sia una festa continua, ma mentre la festa continua c’è qualcuno che non si diverte come vorrebbe: come Andrea che ogni giorno scrive “Le lettere a Papo”, a suo figlio, con l’amore più sconfinato che si possa conoscere, così sconfinato da arrivare “al di là dell’infinito” per poter ancora ascoltare la sua risata, per sempre, e, mentre scrive, inscena una danza che coinvolge l’universo intero, scrive lettere che che tutti devono leggere, che insegnano (senza volerlo) ad essere felici; come lui che respira a fatica e ogni rantolo è più un lento e dolce addio che voglia di rimanere attaccato alla vita, mentre lei, al suo fianco, prega per un miracolo e ripercorre la loro storia nelle crepe di uno specchio che va in frantumi ma che, per assurdo, le rimanda indietro solo immagini felici, dal primo incontro 50 anni prima all’ultimo abbraccio, e forse è questa felicità intangibile che le fa più male… eppure è sempre felicità.
Ogni giorno non penso alla morte, penso alla vita che è una sorprendente festa continua e “mi bacio il culo” e vado in pista a ballare… finché posso.
Chi viene con me?
Stefano

Papo, la mail che mi spedisce il secondo Stefano, mio cugino ha come oggetto: “Che strano caso…”.

Ciao, ci sono 2 PC sulla mia scrivania. Quello nuovo e quello vecchio. Quello vecchio lo tengo perché sono malato: penso sempre di dovere recuperare qualche file che poi mi serve e che non trovo sul pc nuovo. Fa niente se uno è nato come copia esatta dell’altro.
Comunque: oggi l’ho acceso perché mi serviva della documentazione che non trovavo. E cerca la cartella e scorri i file. Tutti word o Excel, documenti insomma. Tutti tranne 3 immagini. Le immagini non c’entrano un cazzo in quella cartella, e se la curiosità è femmina allora io sono Ricchione: le ho aperte.
La prima era lo screenshot di Maps, un percorso per arrivare in un posto e non so perché ci dovevo andare.
La seconda foto (che è la ragione di questo mail) te la mando.
La terza foto non l’ho aperta… perché sono rimasto a guardare la seconda…
Prima o poi passo a trovarvi. Sono senza macchina da 3 settimane: Andrea (figlio 20enne) l’ha distrutta quando si è dimenticato di dare una precedenza.
Sono attimi: se va bene paghi il carrozziere…
Ste

Papo, ci scambiamo qualche mail e qualche uozzap con Ste, non sappiamo cosa voglia dire dire quello che è successo, Andrea è rimasto incolume ed è successo tempo prima che Ste vedesse la foto nel pc. Ci vogliamo bene con Ste ma non ci frequentiamo molto e di certo non avendo lui feisbuk il suo pc non è pieno di foto come quella in oggetto. Pensiamo ad un regalo. Un bel regalo! Ma fatto da chi? Dalla casualità alimentata dai microchip di un freddo computer? Bah, tutto può essere, ma a me piace pensare ci fosse il tuo zampino, certo c’è il tuo bellissimo sorriso!

Torna a trovarci tutte le volte che vuoi è sempre un piace Immenso!
Papà

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