Papo, Jacopo e Dario Fo e Franca Rame

(Video da guardare e ascoltare tutto d’un fiato, particolarmente per me e chi segue le Lettere a Papo dal minuto 19.00).

 

Ciao Papo,

oggi lettera 37, una lettera strana che era già pronta ieri, perché tu sai quanto ti scrivo ma sai anche che decido solo verso le sette del mattino cosa pubblicare quello stesso giorno ed oggi sai che ero dubbioso, in attesa di qualcosa, di un segno, un segnale, di non so bene cosa… tu sai che se starò da questa parte dell’Infinito, come da media nazionale, fino a ottant’anni arriverò alla 14.500, sempre che tu non mi dica di non starti col fiato sul collo e di lasciarti tranquillo, ché tu hai troppo da divertirti per dare retta a quel vecchiardo di papà.

Sai che la lettera di oggi stava iniziando così: Ciao Papo, il Signor Dario e la Signora Franca? Sono passati da dove sei tu? Loro erano anziani e tu bambino? O eravate tutti dei bellissimi trentenni? La Signora Franca sarà combattuta tra te e Dario, due pezzi da novanta! Anzi, uno da 90 e uno da 10… c’è da fare i conti con quel che la natura ci ha dato e tu Papo hai imparato da subito, sulla tua pelle, l’algebra della vita anche se la matematica ti faceva schifo e ne hai sovvertito le regole. E con quel che ti ha dato la natura tu ci hai fatto Meraviglie! Semplicemente vivendo Leggero! Un viso bellissimo da Brad Pitt bambino, chissà quante fidanzate avresti avuto a vent’anni. Un corpo piccino ma longilineo, muscoloso, Perfetto! Saresti diventato più alto del nonno Zazzà secondo me. Un’intelligenza Vispa che ti faceva capire l’importanza delle regole ed il gusto di trasgredirle. Un forza di Spirito che non ti faceva mai scoraggiare e perdere d’animo. Una verve ironico-sarcastica che mi ha fatto scrivere un intero repertorio da Grande Comico semplicemente standoti a sentire e giocando insieme. Avevi a disposizione solo 10 anni ed in dieci anni hai bruciato tutte le tappe diventando Mito, Leggenda, SuperEroe lo sei nato. Dice il Saggio: “Le persone più felici non sono quelle che hanno il meglio, ma quelle che traggono il meglio da ciò che hanno!”. E stavo andando avanti così, poi a metà mattina quel sentore strano mi fa collegare ad una diretta streaming da un posto nel quale volevo andare. C’erano i sindaci di Milano, Torino, Roma, Beppe Grillo, Paolo Rossi, Roberto Saviano, Carla Fracci, Lella Costa, Luigi Di Maio, un sacco di personalità importanti e famose, una cosa Seria, una diretta Nazionale per l’estremo saluto al Premio Nobel Dario Fo. Volevo essere lì in Duomo anche io, ma ero preso tra lo scrivere la 37, la correzione di tutte le lettere per presentarle alle case editrici e i casini d’animo di un’amica. Bellissimo discorso di Carlo Petrini sul connubio inscindibile tra Dario e Franca sia per essere stati Grandissimi Artisti che Persone sensibili al prossimo, soprattutto al più debole. Poi prende la parola Jacopo Fo. Io e Jacopo ci vogliamo bene e ci stimiamo anche se non ci parliamo dal 2010. Anche il discorso di Jacopo come diresti tu è stato Stra Mega Super Stra Lusso! Bello, vero, sentito, sincero, di incoraggiamento a tutti per rendere ‘sto mondo più bello, dedicandosi all’Arte e al Prossimo perché solo così si vive davvero; senza nessuna retorica, pratica quotidiana dei suoi stupendi genitori. Ad un certo punto il più inaspettato, Mirabolante ed Eccezionale dei Regali per me! Jacopo saluta Dario e Franca, menziona me e saluta te Papo. Dice che ti starai facendo delle gran risate con Franca e Dario. Con un bellissimo Grammelot starete parlando tutti i dialetti e tutte le lingue del mondo, ridete e tutti di là dall’Infinito vi capiscono e ridono. Così come di qua dall’Infinito tutti capiscono Jacopo e le mie lettere a te, Papo, e si commuovono, piangono, ridono e riflettono. L’Amore, spontaneo, gentile e generoso torna sempre indietro! “Non si muore mica veramente… si fa per dire…”.

Grazie Nora!

Grazie Jacopo!

E Grazie a Papo, Franca e Dario!

La mia Missione odierna Papo è andare ad abbracciare Nora e Jacopo!

 

Torna a cantare e ballare Papo perché “sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam, e sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam!” (cit. “Ho visto un re” Jannacci, Fo).

Papà

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