Coincidenze

 

 

Ciao Papo,

chissà se tu l’hai già visto in anteprima e sai dirmi se è bello come sembra. Assomiglia alla mia storia, da quando tu non sei più da ‘ste parti. La storia di un papà che scrive e tramite ciò che scrive si concretizzano degli incredibili incontri. Quando tu stavi male ho recitato mille fioretti alla natura, alla dea madre, a dio, allah, buddah, alla Formula magica della Lasagna. Gli dicevo che non avrei mai più bestemmiato, che non avrei più mangiato i formaggi, gli dicevo che non avrei fatto sesso e la cosa più importante: non avrei mai più scritto e mai più cercato di realizzarmi come persona. Non avrei mai più scritto né fatto cabaret, mi bastava riaverti tra noi. E invece non è andata così e a me quindi non resta che raccontare la tua Leggenda! Vivere nel tuo Mito. Non qui ed ora, qui ed ora per me è sempre stato nel posto e nel momento sbagliato. Un po’ più avanti o un po’ più indietro: perché nella mia vita non ho mai saputo scegliere e gli eventi, le imposizioni altrui e la mia indecisione cronica hanno sempre scelto al posto del mio vero e intimo sentire. L’unica cosa che ho scelto e che ho curato come un dono prezioso me l’ha portata via a morsi la vita, per regalarla alla morte. Tutte le volte in cui sei stato male e sei rinato e anche quando sei morto definitivamente in questa vita terrena ed è successo davanti ai miei occhi. Raccoglierti da terra e a correre scalzo, come un pazzo, a chiedere soccorsi è toccato sempre a me; a scuola – ma è stato un po’ diverso – a maestro Maurizio, forse lì dovevi far prendere coscienza a tutti i tuoi amici di quanto è delicata e straordinaria la vita. Poi dovevi dire qualcosa proprio a me? Mi chiedo spesso: ma perché è successo sempre con me e non con Nicoletta, tua mamma, il tuo Amore Grande? Perché non con chiunque altro? Perché questo legame quasi simbiotico nello stare così male insieme tu, Papo, ed io? Perché la mamma è più avanti di me e io invece devo ancora capire molto. La tua voce ha riferito a Sonia, il ponte tra di qua e di là dall’infinito, che non sei più intorno a me ma sei dentro di me, nel mio cuore e forse ho capito che non era per caso che fosse successo sempre con me.

Ci sono tutti i personaggi della nostra storia. I Custodi: Roberto, Zamo, il Custode zeppole e zola; Mattia, Macilla, il Custode con la batteria; Andrea, Scatolo, il Custode delle parolacce; Arianna la Custode delle lettere; Anna la Custode della carta e del canto; Fizzo, Uomo, Paolino e gli amici della corsa. Iacopo il cardiologo col Cammello con le corna; Don Giovanni il prete anziano dall’animo di ragazzo; Tashi l’anima quieta e coraggiosa, il Lama tibetano; Marco lo scrittore di anime, dolce e burbero; Sonia, la sensitiva, il ponte tra di qua e di là dell’Infinito. Oltre ovviamente a Totta, Nik, me (il rapporto simbiotico io e te, tu e me), zio Frenk, i cuginetti, i nonni, gli zii e gli amici. Sono e saranno tutte persone che incontrerò nella storia intesa come viaggio dantesco. Sono tutte le persone che hai fatto brillare Papo, no, non esplodere! Sono i personaggi che hanno preso luce dalla tua Luce.
E ci sono le coincidenze, tutte successe lo stesso giorno che sono venuto a parlarti tramite il ponte. Il tappeto persiano a casa del “Ponte” uguale a quello a casa della nonna, il furgone T1 e il camper della Lego, a casa del “Ponte” come tra i nostri giochi a casa nostra. Una Modus blu, come quella della mamma, appena prima di arrivare da Sonia, che va a destra ed io che vengo portato a sinistra, esattamente come la mamma che sta a casa ed io che vengo a parlarti. Il nonno ricorda l’ultima sera prima che te ne andassi per sempre da qui, altre coincidenze: hai voluto giocare con Totta e il nonno al gioco di carte tipo “Rubamazzetto” che chiamiamo “Merda”, tutto il patatrac che ti ha portato via da questa vita è cominciato perché ti scappava la cacca… quella stessa sera cantavi con Totta “Aeroplano che te ne vai”… quello stesso giorno mentre accompagnavamo la mamma a prendere il treno per casa, in macchina, col nonno, storpiavamo la canzone “Come è Triste Venezia” in “Com’è Trieste Venezia”. Coincidenze… segnali del destino… caso… il caso non esiste… la giornata delle coincidenze quanto meno particolari, sabato scorso, due giorni fa, si chiude con un ragazzino sui sedici anni, incontrato all’Idroscalo, che era con noi in campeggio a Baia Sistiana. Moro, capelli lunghi, alto uno e sessanta, come tipo può sembrare te, Papo, da adolescente. Gli ho chiesto se era in campeggio a Sistiana e ovviamente mi ha detto “Sì!”. Mi stavo facendo l’idea che cinque coincidenze così particolari, tutte e cinque lo stesso giorno, volessero dirmi qualcosa. Tornando a casa dal Lunapark, in auto ascoltiamo le nostre canzoni con Google play che le sceglie random (a caso), in sequenza una dopo l’altra ci propone: “Spirito di cavallo” tua canzone preferita che parla di indiani, fin qui tutto normale. Poi parte “Hoka Hey”, altra canzone sugli indiani tra le tue preferite, bah… penso strana coincidenza l’ennesima oggi… quindi parte “Time” dei Pink Floyd, non ti piace particolarmente Papo ma “Tempo” la sua dilatazione e le sue pause sono un concetto col quale sto avendoci particolarmente a che fare in questo periodo… arriviamo a casa, penso, per scherzo, per vedere fin dove arriva questo gioco, vediamo il titolo della prossima canzone… e parte “Who want to live forever” che in italiano fa: “Chi vuol vivere in eterno”… coincidenze… bah forse sto esagerando… La mattina prima di venirti a parlare tramite il “Ponte” era per me l’ultimo giorno di tre mezze giornate di day Hospital al Sacco, nel reparto di allergologia, due signori oltre i sessantacinque anni la menano da oltre mezz’ora con tutto quel che li turba e gli dà fastidio a tavola. Si fanno pesanti da stare a sentire, soprattutto per me, perché si lamentano in sostanza di cazzate, criticano i dottori e a quel punto con garbo ma nel contempo con decisione intervengo dicendo che la verità univoca non esiste e fanno fatica anche i dottori e spesso non riescono a capire nemmeno loro. Per stessa ammissione di Doc Iacopo: “La verità è che studiamo, studiamo e studiamo ma non ci capiamo una mazza perché la vita fa il suo corso e gli eventi ci sorpassano”. Porto l’esempio di Papo e sempre per caso, di fronte a me, ho una signora sui cinquanta che si commuove, le scende qualche lacrima e mi dice che anche lei ha perso anni fa un bambino, molto piccolo, aveva pochi mesi, e mi dice che le dispiace tanto per noi, di dare un abbraccio a mia moglie e testualmente mi ripete almeno un paio di volte, se non tre: “Sono sempre con noi, non li possiamo vedere ma sono sempre con noi”. Proprio il giorno prima che io venissi da te Papo e da Sonia… Probabilmente si evolve o forse si diventa pazzi a cercare sempre un senso a tutto e a tentare di capire il senso delle coincidenze, esattamente così come a provare a capire scientificamente perché quella mattina il tuo cuore ha deciso di fermarsi. Quanto mi avete detto tu, Papo, tramite il “Ponte” Sonia lo sto metabolizzando pian piano. Forse un giorno ci crederò, forse rimarrà sempre nel limbo delle Bellissime cose che mi sono state dette per trovare il coraggio di andare avanti. Certo è che ci sono un filo e un punto di congiunzione tra ciò che mi ha detto Don Giovanni, Lama Tashi, il “Ponte” Sonia” e ciò che sente nel suo cuore la tua mamma. Certo è che ciò che mi è venuto spontaneo fare tutte le notti è completamente ed incredibilmente in linea con questo filo sotteso tra anima e quotidiano. Certo è che io Credo in te, Papo!

 

Sono molto contento che tu stia bene Papo e non avevo nessun dubbio che anche di là dall’Infinito tu saresti stato un Figo Pazzesco! Ti voglio sempre più bene! E non smetterò mai di ringraziarti!

Papà

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