Qualcosa ancora qui non va

 

 

Ciao Papo,
“Caro amico ti scrivo
Così mi distraggo un po’ 
E siccome sei molto lontano
Più forte ti scriverò
Da quando sei partito
C’è una grossa novità
L’anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va”.
Un ragazzo è stato ucciso a calci da altri tre ragazzi in una discoteca in Spagna. A Roma hanno ritrovato, in un cassonetto dell’immondizia, le gambe di una donna, uccisa e fatta a pezzi dal proprio fratello. A Barcellona un uomo alla guida di un furgone ha fatto una strage lanciandosi a tutta velocità contro pedoni inermi. Qualcosa ancora qui non va.
E’ il testo di una canzone che ascolto da quando sono bambino. Non sto a dirti le varie origini dei vari pazzi assassini perché ritengo che così si alimenti solo la sterile polemica e l’odio razziale. Papo, sai dirmi qualcosa di sensato nell’analisi di questi tre avvenimenti? In generale sai dirmi qualcosa di sensato di ‘sta vita al di qua dell’Infinito? Bella o brutta a me pare una continua sorpresa priva di un disegno comprensibile. Qualcosa ancora qui non va.
Pace all’anima di tutti i defunti periti ingiustamente per mano della follia altrui. Non capiremo mai perché e come si viva e si muoia, ognuno nel suo particolare modo, sappiamo solo che ad un certo punto, si attraversa una porta. Io ci combatto ogni istante da un anno a ‘sta parte e devo farmene una ragione, per i cari dei soprusi che t’ho raccontato è troppo poco farsi una ragione.
“E se quest’anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ci sia anch’io.
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando è questa la novità”.
La concludeva così Lucio Dalla la canzone che ci ha lasciato in Omaggio.
Papo, quando hai voglia di spiegarmi qualcosa di come funziona ‘sto mondo in relazione al Tuo t’ascolto volentieri, troppo spesso somiglia ad un’inutile follia. Tu sai rendere tutto divertente, semplice, comprensibile! Come quando ti inventavi le lezioni delle più disparate materie scientifiche. Tipo le lezioni di ecologia. Eravamo a casa di un vostro amichetto e stavamo giocando a Subbuteo: si spostano due omini sulla rimessa laterale, tre sui calci d’angolo, durante l’azione d’attacco dell’avversario, a ogni tocco si può spostare un omino, «Tutto chiaro ragazzi?». Tutti e tre in coro: «Certo!» e il tappeto verde trasformato in una cacofonia di urla, mani e gomitate. Ricostituito l’ordine pubblico noi papà scendemmo con le mamme a far convivio. Qualche schiamazzo, si vede che il gioco prevedeva anche il tifo, poi silenzio. Salii per capire se la deriva hooliganiana avesse lasciato sul tappeto verde morti e feriti, e che ti vedo? Tu professor Papozzi, con tanto di lavagna, salisti in cattedra con le Tue lezioni sull’inquinamento. Doveva essere così avvincente, la partita a Subbuteo, che la boicottasti con una lezione di ecologia e gli altri, anche loro avvinti persi dalla partita, ti seguirono tra fumi nocivi delle fabbriche, alberi che fanno la fotosintesi e il pianeta Terra srotolato in 2D con le parti «X» malate. Prof. Papozzi gran divulgatore scientifico, ma nel contempo gran divoratore di tonni, salmoni, lasagne, arrosticini e wüberini…

Un’altra canzone dice che è tutto un equilibrio sopra la follia.

Ora nanno che ne ho bisogno, se mi fai compagnia in sogno è tutto più Bello, se sei troppo preso a fare altro buonanotte!
Papà

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