Tetti e Fango

 

 

Ciao Papo,
ti è sempre piaciuto portare Luna a fare la visita dalla veterinaria ed infatti sabato mattina, puntuale come solo Tu sai essere, ti sei fatto trovare lì fuori, un’unica Piumetta bianca lungo tutta la strada, lungo tutto il cortile dello studio. Quando sei Tu non devo avere dubbi che non sia Tu, vero?
A Te che li sorvoli, voglio raccontarti dei Tetti:
Tetti che sanno di storia,
di smog, di aria,
di sterco di uccelli,
d’amore di gatti,
di semi portati dal vento,
di piantine cresciute e uccise dal sole.
Tetti che guardano tutto dall’alto
non vigilano, non sorvegliano, lasciano scorrere.
Tetti che sanno tutto di tutti,
lì dall’alto ma sono troppo pigri o
forse troppo saggi per dire la loro.
 
A Te che sei volato via nel vento e ti sei mischiato tra sostanza materiale ed essenza immateriale voglio raccontarti del Fango:
 
Vero come il fango
nato senza padre
adottato dalla terra
nutrito dal vento
dissetato dalla pioggia
morto senza dio.
Tra l’alto dei Tetti e lo sporco del fango a Te ogni giorno di conquista da ‘sta parte di mondo che non c’è verso di bucare per venirti di là a ripescare.
Papà

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2 Comments

  1. Lara Tommasi ha detto:

    Ciao Andrea.
    Ci siamo conosciuti anni fa cercando di mettere insieme un ecovillaggio…
    Sono Lara moglie di Nicola che tu definisti con simpatia un “Clark Kent” e la cosa mi fece sbuzziconare dalle risate…
    Mi ricordo di voi…ricordo la tua intolleranza al latte e la tua battuta mentre seguivamo una lezione di architettura ad Alkatraz …l’illustre architetto raccontava come un tempo si usassero gli animali x riscaldare le case. Tu ti girasti verso di me e dicesti ” certo, il bue in sala”.
    Ricordo tua moglie, riservata e bella. Parlava di erbe ma senza fronzoli frikettoni, (se mi è concesso dire cosi)rimanendo una mamma seria e dolce.
    Siamo capitati a casa vostra quando Carlotta  era già nata e lì ho potuto conoscere meglio i vostri figli che hanno giocato con i miei…Milo che all’epoca avrà avuto 2 anni si e no, li aveva ribattezzati Iapopo e Callotta. Lei era uno scricciolo sempre attaccata a zainetto alla sua mamma e di Jacopo ricordo in particolare lo sguardo…penetrante…che mentre ti guarda senti quasi l’intensità del suo “analizzare” . Tempo dopo ci avete fatto una bella sorpresa venendo fino a marina di Carrara a casa nostra. Abbiamo improvvisato un pranzo e mangiato insieme.
    Non ricordo piu da chi e come avevo saputo del cuoricino dispettoso di Jacopo…ma non avevo capito che il mostro fosse così spaventoso.
    Poi circa un paio di mesi fa Nicola mi mette al corrente di ciò che era accaduto…e ne siamo rimasti devastati. Da quel giorno ho desiderato mettermi in contatto con voi ma non osavo…
    Mercoledì scorso ero in un centro commerciale e mi aggiravo tra i libri come spesso faccio…e quel cuore ha catturato la mia attenzione. Mi son detta, e questo? Credevo fosse un libro x bambini…era il vostro libro.
    Ho finito di leggerlo da due giorni.
    E ora ho trovato il coraggio. Lo faccio in punta di piedi ma ti scrivo…
    Ti scrivo perché condivido ciò che scrive Jacopo Fo’ ” prendersi sulle spalle un po’ del dolore degli altri” io, per come sono fatta ,non posso farne a meno. E poi è finita che ho ricevuto dal vostro libro ,dalle lettere per Papo ,nonostante tutto il dolore che le abbia ispirate, una sorta di benedizione. E bada…manco io sono credente!! Il fatto è che certi concetti non possono essere confinati e affidati ad un dogma religioso…è il sentire della nostra essenza, nostra il senso ampio…dal fiocco di neve , alla maestosa vetta di un monte ,  voglia atavica che abbiamo di esprimere i sentimenti, voglia che finisce alla scrivania di un bimbo e diventa luogo sacro per il padre che continua a nutrire l’amore per il proprio figlio splendente.
    Ti scrivo perché anche io ho vissuto  una perdita straziante, vissuta da sorella come la vostra Totta. Io avevo 10 anni e mia sorella sette; sfinita da un altro maledetto mostro. E ricordo gli spazi di casa, diventati spazi vuoti. Le fotografie rimirate nel tempo aspettandomi di cogliere qualcosa di più…e anche io da bimba, feci come te. Le parlai mentalmente ogni sera da sotto le coperte , raccontandole la giornata. Poi il crescere prese il sopravvento e io tornai alla mia vita con una profonda cicatrice indelebile.
    Qui si chiede un commento alla tua lettera di oggi, quindi mi scuso per quanto mi dilungo ,non sono nemmeno brava a scrivere !
    Ma Jacopo mi corre incontro dalle tue parole e mi fa dire che davvero” LA MORTE NON ESISTE”
    Jacopo ti ha fatto un grande regalo ti ha dato il coraggio,dettato dalla disperazione, di usare la tua arte. Per lui,per te ,per altri…guarda fin dove ha portato il cuore di molti?!
    Ho riso delle sue battute geniali come solo la genuinità di un bimbo che va diritto al sodo sa fare…e ho pianto di fronte alla lettera di tuo padre e di tuo fratello…
    Vi saluto cara Famiglia Vaniglia.
    Vi abbraccio stretti , mando carezze e baci infiniti a Carlotta e mi beo nel ricordo degli occhi fiammanti di Papo il SuperEroe che adesso ha un cuore d’acciaio “stralusso”!!!
    Lara

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