Capo Branco

 

 

Ciao Papo,

io da sempre scrivo. Scrivo battute, scrivo poesie, sognavo di scrivere un romanzo. Da sempre volevo scrivere un bel romanzo! Uno per scrivere un bel romanzo deve avere tra le mani una bella storia da raccontare se no di cosa scrive? Tu, Totta e Mamma siete la mia Bellissima storia da raccontare.

Papo per quante persone il desiderio più grande e la liberazione più gioiosa sarebbe smettere in questo preciso istante di fare il lavoro che fa? Mi sa per uno stuolo infinito di persone… ma così è. E dobbiamo ringraziare che un lavoro ce l’abbiamo! La percentuale di persone che fa il lavoro scelto e sognato è purtroppo, drammaticamente, bassissima. La corsa alla posizione di prestigio, a salire più in alto nella scala gerarchica e a tenersi stretti i diritti acquisiti fa il resto per far diventare “Il lavoro” una cupa e tristissima giungla. La nostra società si fonda sul “lavoro”… Una società che mette al centro del suo progetto l’uomo, i suoi bisogni, la sua salute pscico-fisica, le sue aspettative ed i suoi sogni dovrebbe ripartire dall’uomo, dai suoi bisogni, dalla sua salute pscico-fisica, dalle sue aspettative e dai suoi sogni, non dal “lavoro”. Sei d’accordo con me Papo? Come si vive dove sei tu adesso? Io più vivo, più lavoro, più ci penso e ci ripenso e più la sento così! Ma la disoccupazione è al 30%… e se lo ripartissimo il lavoro e lo ridistribuissimo? E se si facesse meno per ciascuno ma di più tutti insieme? E se il pubblico fosse cura di tutti e non un posto di lavoro sicuro per le zecche della società? E’ così malvagio pensare ad una società nella quale ognuno ha il tempo per dedicarsi a sé stesso riducendo drasticamente i rischi di ammalarsi, ha il tempo per dedicarsi ai figli suoi e della società, ha il tempo per curare i suoi vecchi, ha il tempo per prodursi il suo cibo, le sue passioni ed i suoi divertimenti, senza dover sempre dipendere dal sentirsi in difetto e comprare e spendere per soddisfare il prossimo bisogno imposto? Papo, quante domande mi faccio? Sono inutili? Alcuni lettori confrontano i loro figli con Te e Totta e dicono: “Ma pensa di essere l’unico ad avere dei figli belli e simpatici?”, “Ma pensa di essere l’unico cui è morto un figlio?”.

Io Papo penso che viviamo davvero una realtà parziale, ognuno abbarbicato a ciò che fa ogni giorno per portare a casa il pane ma la Vita Vera è un’altra cosa, riesce molto meglio nei sogni, anche in quelli ad occhi aperti.

Le persone che mi seguono dall’inizio di questo nuovo capitolo della nostra storia mi scrivono:

A: Tu sei stato parecchio bravo a non scrivere ciò che avevi già scritto nelle lettere, le ragazze di Garzanti sono state brave a costruire con te un bel libro, fatto bene. Ne vien fuori un bel lavoro e soprattutto viene fuori la tua famiglia e il tuo amore per i tuoi figli, entrambi! Papo e Totta sono protagonisti insieme! Molto Bravo! Fiera di te! Adesso non ti fermare! Credici, il tuo mestiere è scrivere!

R: Andre le lettere sono stupende ma il libro è un concentrato di emozioni a ogni parola e lettera… Se uno poi ha letto le lettere in questi mesi, le parole che hai scritto nel libro per magia diventano immagini nitide e sei lì presente ad osservare il tutto come in un film. Mi piace e mi è sempre piaciuto del modo in cui scrivi, il fatto che tu metta le lettere maiuscole a determinate parole che vuoi evidenziare, è un po’ il tuo marchio di fabbrica e spacca di brutto. Il libro è stupendo, le pagine volano via come piume e le emozioni sono incredibili, meglio di un film degno dell’oscar! Complimenti boss sei un grande!

S: Mesi fa vi scrissi che passando lì davanti a quella famosa libreria tutte le sere avrei desiderato tanto vedere quel libro… Bravo Andrea, ti sei fatto un culo così per raggiungere l’obiettivo. Hai tutta la mia stima!

Papo, Tu e Totta siete la più Bella cosa da raccontare che potesse capitarmi di vivere. In qualche modo devo sempre averlo saputo, non mi sarei messo ad appuntare ogni vostra battuta sin dai primi vocalizzi.

PIT NIT (come dice Totta) in bici al parco delle Groane per la famiglia Vaniglia ed i loro amichetti. Prima di uscire Papo e Totta preparano i giochi da portarsi, Totta sceglie una chiave inglese di legno, che però si dimentica a casa. Al ritorno si stupisce nel ritrovarla ed esclama: “Ah, ecco dove avevo lasciato la pinzetta italiana…”.

Giocando a rotolarci uno sopra l’altro. Papo a Totta: “La tua pisellina sa di tonno!”. Urge doccia!!

Concessionario auto, Papo mi raccomanda di scegliere l’auto che inquina meno di tutte. Curiosiamo tra le versioni “Eco2”, Papo, neo alfabetizzato, legge tutto! Mi arriva da dietro con circospezione e mi fa entusiasta: “Pá questa è bella! Troppo forte! Pensa che mentre va fa l’eco!”.

Una di qua e uno di là dall’Infinito si va avanti… ciao Capo Branco!

Papà

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1 Comment

  1. ILARIA ha detto:

    La vita e’ relazione ed il confronto con gli altri e’ sentimento umano ed utile per la propria evoluzione . Il giudizio però arresta qsta evoluzione e ferma la crescita che possiamo avere dalle esperienze nostre e di quelle altrui .Quando ha cominciato a scrivere le sue lettere ,Andrea, non voleva certo insegnare niente a nessuno ma soltanto trovare il suo modo per diluire il dolore .Per questo chi per libera scelta lo ha letto e capito di avere anche lui figli simpatici ed intelligenti,può semplicemente approfittare di gioire di questa fortuna .Come pure chi ha passato un ugual dolore può,se vuole ,trovare conforto nella condivisione o andare oltre ,ma senza giudicare . Io personalmente non ho fatto ne l’una ne l’altra esperienza ma ogni tanto leggo le lettere , certo quelle che riesco meglio a condividere,quelle che raccontano la vita di Papo perché ,essendo in campo sanitario,mi danno speranza che al di là della medicina , l’amore,l’allegria ed anche un po’ di minchionaggine,possano fare di un bambino malato un bambino spensierato !! Tutto qua ………ma e’ tanto se capiamo che noi siamo gli altri

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