Oggi ti scrivo io…

 

Ciao Papo,

faccio una fatica dell’accidenti a scrivere ‘sta cazzarola di lettera a chi ci legge tutti i giorni perché non sono proprio abituato a chiedere… e stanotte – dalle 3.30 alle 7.30 – mi sono ascoltato la discografia di Roberto Vecchioni. Che bravo, mi piacerebbe tanto abbracciarlo in silenzio poi se volesse leggere le nostre lettere gliele passerei, certo che gliele passerei ma anche no. È abbondante il silenzio con un tipo così. Ti dicevo che non sono abituato a chiedere, ma (come leggerai tra poco) con alcuni Amici che sono dei veri e proprio Custodi terreni, e qui il custode è veramente Gruoss, non c’è bisogno di chiedere perché sono così Generosi che si Regalano. Se stessi Anima e Corpo! E io non posso che dirgli Grazie  e abbracciarli!

 

Ciao Papo oggi ti scrivo io… (Roberto, Robettone, Zamo, il papà di Ivan e Achi, ndr) uè sempre un papà sono!!!

Hai visto come è andata a finire la caccia a tesoro?

Non come una scazzottata nel film del dragone

 

però divertente… dai?

Un paio di volte ho suggerito alcuni indizi a Totta. Non perché fosse tua sorella, ganzo galattico.

Ma solo perché tua sorella ti somiglia e ti somiglia molto.
Sai noi vecchietti siamo cosi.

Alle volte ci abituiamo troppo alle immagini e a quello che riusciamo a vedere con i nostri occhi

a toccare con le nostre mani
ad abbracciare con i nostri abbracci
ad annusare con le nostre “annuse”.

Quando non riusciamo più a vedere toccare abbracciare e annusare qualcuno, tipo te, ci abbandoniamo, diventiamo piccoli piccoli

più piccoli delle formiche
più piccoli ancora.
Ed è un po’ così che ci sentiamo
poi in realtà tu ti nascondi dietro gli occhi di tua sorella

dietro NonnoCarlo Zenigata lo sorreggi quando racconta storie meravigliose ai tuoi amici

dietro gli occhi tristi di tua Nonna
sperando che non abbia dimenticato come si fa la lasagna.
Eri alle spalle di Diego e Sveva quando mangiavano i malloreddus di Efisio
ed eri con Luna quando sperava che i tuoi cugini non mangiassero più
almeno aveva occasione di farsi “ciuotta ciuotta”.
eri negli occhi di tua madre
meravigliosa
alle volte
anzi sempre
anzi ogni volta
che ci confrontiamo con la morte
con il dolore
a cuore aperto (come si suole dire)
rimaniamo schiacciati dal peso…
e swishhhhhhhhhh
come quella barzelletta dei pelati
altre volte
una risata
un gesto
un’attesa cambiano tutto
e il carrettino comincia di nuovo ad andare
la vita inizia a muoversi ancora
che sia un’aspettativa, un desiderio o anche un sogno.
Quello che sta succedendo da quando non sei più qui riguarda tuo padre.
Tuo padre, solo con le parole, sta smuovendo centinaia di cuori ogni mattina.
C’è gente che dopo il caffè o la sigaretta aspetta la lettera…come Zio Paolone
o chi controlla i social freneticamente
o chi aspetta

come aspettava Ruggero Orlando quando il mitico Neil Armstrong mise il piede sulla luna

ma questa è un’altra storia
che forse in questi giorni avrai potuto verificare direttamente di persona con la tua perspicacia e attenzione.
Il peso delle parole
l’importanza delle parole
e con le parole il tuo papà
sta facendo piccole magie.
Ci fa concentrare e confrontare con il bianco e con il nero
con la vita e con la morte
con la leggerezza dell’anima e il peso dei corpi
e attorno a queste parole convogliano energie
positive
tante energie
forse un giorno più energie del Cern o del Bosone di Higgs
quelle necessarie
a costruire una macchina del tempo spazio o un film, una recita, un fumetto, una canzone, una pizza, una lasagna, una foto, un dolce, una…una…una…
Papò, fa’ tu
r

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