Magnete d’Amore

 

 

Ciao Papo,
oggi è questo:

Faro, fermo contro le intemperie,
ultimo baluardo Lui.
Mongolfiera senza comandi Lei.
Gabbiano all’orizzonte l’Altro.
Ognuno vive la propria,
ma si entra ed esce da quella degli altri per un motivo.
Persona e Anima si rincorrono,
fanno a pugni e pace nello stesso corpo,
nella stessa vita,
una un po’ più avanti,
l’altra un po’ più indietro,
a volte pari e patta, palla al centro.
Gabbiano è a sette,
come il numero di maglia di George Best,
senza esserlo e senza volerlo essere,
come i giorni per fare il mondo e riposarsi,
come il numero che rappresenta l’Infinito,
come essere finalmente arrivato a Casa.
Uno era stato riappropriarsi della propria fiducia mutilata.
Due era zen e rapimento, confessione e confusione.
Tre era la Primavera che tutto dà e tutto toglie.
Quattro era la dedizione e la comprensione.
Cinque era la delicata protezione di mamma.
Sei era il disperato bisogno di fuga.
Anche i numeri apparentemente sbagliati hanno un motivo
e portano arricchimento.
Di Sette non si parla, Sette si vive.
Zero, c’era sempre stato,
s’era costruito tutto insieme
ma aveva deciso d’andarsene.
Così aveva fatto entrare l’Altro, da sempre Gabbiano
per portare gioia e spensieratezza,
così lo aveva poi messo all’angolo.
Con garbo e delicatezza ma senza speranza all’angolo,
il tempo, solo il tempo lo ha stanato
da dove asperità e spigolature non concedono orizzonte.
Lui era stato per Lei guida e fermezza
ma l’urgente bisogno di vita le ululava nel cuore.
Si entra, si esce e ci si mescola con le vite altrui
lasciando pezzi di sé, rappresentando un simbolo.
Calamite impazzite che s’attraggono e respingono,
bisogni, urgenze, premure, doveri
sacrificati all’altare dell’arbitrio, libero, dicono.
L’Amore e il Tempo,
solo loro Sanno,
solo loro Fanno.

Ciao Magnete d’Amore!
Papà

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