Spiegamelo Tu l’Amore

 

 

Ciao Papo,
oggi finalmente sei tornato a salutare, quella Piumetta nel box non ce la poteva infilare nessuno se non Tu. Da una settimana sto uscendo a correre tutte le mattine perché ho bisogno di forza, vitalità, coraggio e stare bene. Tutte le mattine mentre corro giro un breve video nel quale do voce a improbabili personaggi. Rido e mi diverto mentre li registro e i nostri amici si divertono a guardarli e commentarli. Metto in moto tutte le energie positive che posso, soprattutto in questi giorni di cambiamento e silenzio.
Papo, oggi cercando chi ero, chi sono e chi sarò mi sono imbattuto in uno scritto della mia giovinezza. Scrissi ‘sta cosa che “La 92” era alle spalle e me ne andavo in giro col Furgone Volkswagen cercando “Casa”. Avrò avuto ventuno, ventidue anni, era il ’96/’97, mezza vita fa. Frutto dell’influenza di Padre De Mello e “Quelo” di Corrado Guzzanti. È una lettera all’Amore con la “A” maiuscola che scrissi ad una giovane da me bramata. La scrittura, Ti confido è acerba, ma il contenuto se solca l’epidermide e si mette a brulicare sotto pelle, ha tutti i crismi, ed anche i cristi, per muovere la Rivoluzione interiore che esalta l’Amore e lo libera dal vizio della dipendenza e del possesso. Non mi sto dando meriti che non mi spettano, sto dicendo che le migliori idee hanno sempre vagato libere nell’aria! Poi parlare a te di epidermide e sotto pelle… Papo, di quanti strati è fatta l’Anima?
 
“Se io fossi ciò, m’identificherei in ciò, ed identificandomi, ahi ahi ahi ahi mi priverei del beneficio supremo d’essere libero e tenterei d’asportare a te la libertà. Condizionerei a ciò la mia felicità ed esigerei che tu contribuissi alla mia felicità e quindi ancora più poi, ci sarebbe un ulteriore gradino, la paura, paura della perdita, paura dell’eliminazione, paura d’essere respinti, controllo “reciproco”.
L’Amore (prima ed unica, nonché ultima volta che pronuncerò ‘sta parola, se dovessi menzionarla ancora sarà: **) perfetto esclude la paura; ma noi (l’umano in genere) non ci siamo mai presi la briga di vederlo, perché eravamo troppo preoccupati di quello che la nostra cultura chiama **, con i suoi poemi e con le sue canzoni. Ma quello non è ** è il suo opposto, quello è desiderio, controllo, possessività. È ansia, manipolazione, paura. Ma ** non è.
La sofferenza sorge quando ci si scontra con la realtà, quando la nostra falsità si scontra con la verità: allora scatta la sofferenza. Altrimenti non c’è dolore.
Sii conscio di ciò che dici, di quel che fai, di quel che pensi, di come agisci. Sii conscio della tua provenienza, delle tue motivazioni. La vita inconsapevole non è degna d’essere vissuta.
Non proviamo mai dolore quando perdiamo qualcosa cui abbiamo concesso la libertà, e che non abbiamo mai tentato di possedere. Il dolore è sintomo del fatto che ho condizionato la mia felicità a qualche “Che” la felicità è la nostra condizione naturale. La felicità è la condizione naturale dei bambini piccoli, a cui il “Regno” appartiene finchè non vengono inquinati e contaminati dalla stupidità della società e della cultura.
Chi vive in noi? Pensiamo d’essere liberi, ma probabilmente non c’è un gesto, un pensiero, un’emozione, un atteggiamento, una convinzione in noi che non venga da qualcun altro. E non lo sappiamo. Si tratta di una vita meccanica, impressa su di noi. Certe cose ci danno sensazioni forti, e pensiamo di essere noi a provarle, ma è così? È necessaria molta consapevolezza, per capire che forse ciò che chiamiamo “io” è semplicemente un conglomerato delle nostre esperienze passate, dei nostri condizionamenti, della nostra programmazione.
È doloroso vedere crollare le proprie illusioni. Non vediamo le persone e le cose per come sono, ma per come siamo noi. Ecco perché, quando due persone guardano qualcosa o qualcuno, si verificano due reazioni diverse. Vediamo le cose e le persone non per come sono ma per come siamo noi.
La bellezza di un’azione non deriva dal suo essere diventata un’abitudine, ma dalla sua sensibilità, coscienza, chiarezza di percezione e precisione di risposta; voglio rispettare le persone, non dirò quindi loro ciò che vorranno sentirsi dire.
Chi decide cosa significa avere successo? Questa stupida società. La principale preoccupazione della società è mantenere la società stessa in uno stato di infermità! E prima lo si capisce, meglio è!
Malati, tutti quanti. Siamo lunatici, pazzi. Uno diventa presidente del ricovero dei pazzi e ne è orgoglioso, anche se non significa niente. Essere presidente di una società non ha niente a che vedere con l’avere successo nella vita.
Si ha successo nella vita quando ci si sveglia! Allora non devi chiedere scusa a nessuno, non devi spiegare nulla a nessuno, non te ne frega un bel niente di quel che pensa o dice la gente di te. Non hai preoccupazioni sei felice. Ecco cosa è avere successo. Avere un bel lavoro, o essere famoso, o avere una splendida reputazione non ha assolutamente nulla a che fare con la felicità o il successo. Nulla!
È totalmente irrilevante, tutto passa e ciò che non uccide rafforza. Finché le persone non si svegliano, accettano o respingono l’immagine che hanno di noi. Si sono formati un’idea su di noi e accettano o respingono solo quella. Il ciclone è in testa.
Identificandomi sempre meno con l’”io”, mi troverò più a mio agio con tutto e tutti, perché non avrò più paura d’essere ferito o respinto. Non avrò più desiderio di far colpo su qualcuno. Non proverò più il bisogno irrefrenabile di spiegare le cose. Va tutto bene.
Quando si inizia a Vivere si guarda la realtà con stupore, è lo stupore senza forma del bimbo. Ma poi, nella vita, lo stupore muore e viene sostituito dalla noia, man mano che sviluppiamo il linguaggio, le parole e i concetti. Poi, forse, se siamo fortunati, torneremo di nuovo allo stupore.
“Colui che vuole essere costantemente felice deve cambiare spesso”.
Non dobbiamo cambiare nulla, ciò che ci turba è dentro di noi, non nella realtà. Dunque, smettila di tentare di cambiare la realtà, è una follia! Cambia la tua vita! Smettila di cambiare l’altro. La risposta è dentro di te (me, te, chiunque) e però è sbagliata…
In queste ore drammatoco c’è grossa grisi… grisi dei valori… c’è molto egoismo… molta violenza; qua la gente non sa più quando stiamo andando, quanto stiamo facendo su questa tera.
Io sono un messia e porto la parola.
Santi umidi, se gli dei ti saranno propizi, tu ascolterai e ti riuscirai ad ascoltare, maltrimenti ti sentirai costretta a giudicare.
Ora buttami.”
 
Papo, quant’è bella la Teoria? Quant’è semplice e perfetta? E quanto è dura la pratica? Come Ti spieghi gli ultimi tre anni che mi sono toccati di vivere? Gestire i peggiori dolori, tutti riconducibili all’Amore. La Volontà e la Pazienza che quest’ultimo li risolva tutti. Io proprio non riesco a sentirla e capirla l’esistenza di dio. Credo nelle Persone ed ho Fede nelle Anime. Prego Te e i miei Santi che siete stati terreni e siete Grandi Anime, chiedo Aiuto e Doni all’Universo.
 
Tu galleggia sempre, io non annego. Grazie!
Papà

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