I cicli della bocca

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Ciao Papo,
ti ricordi che nella 13 ti ho fatto leggere una Lettera del 2005? Di prima che nascessi, di quando con la mamma avevamo scoperto che saremmo diventati genitori. Ti dicevo, senza conoscerti ancora: “Mi fido di te!” perché eri nuova vita che pulsava e solo per questo meritavi ti accogliessimo. Sei piombato nelle nostre vite e le hai stravolte positivamente con il tuo sano Rock’n’Roll bambino. Sei riuscito ad unire tutta la famiglia! Quella della mamma, scombinata anni prima dalla morte di entrambi i tuoi nonni, e la mia dai soliti casini di imposizioni e scelte procrastinate e mai prese. Per dieci anni, Papo, ci hai tenuti tutti insieme! Come dice la nonna, che spende pochissime parole: “Questo bambino ci ha regalato tanto amore e tanti anni belli!”. Mi fido ancora di te, Papo, per come è andata a finire? Sono stato io a spingere affinché usassi quella bicicletta per andare in giro senza far fatica… Se lo sapevo che andava a finire così, Papo, cosa avrei fatto? Ti avrei voluto lo stesso? Si vive un passo per volta, un giorno per volta, è il fascino della vita non sapere cosa ti succede domani. E comunque certo che ti avrei voluto lo stesso! Un tipo pazzescamente Figo come te come avrei fatto a conoscerlo, io? La persona che più di tutte è nel mio cuore e nei miei pensieri, avrei mai potuto non conoscerla? Che cazzo di domande mi faccio, Papo?! Mi faccio le domande di chi non si rassegna e non trova pace, di chi in una piovosa domenica pomeriggio va a fare un giro all’Ikea e continua a maledire il cielo e dire vaffanculo perché tra migliaia di persone manchi solo tu. Chiunque, Papo, poteva “andarsene”, ma non tu. Che sia successo proprio a te, anche se il tuo problema cardiaco era conclamato, è una dannata e fottuta ingiustizia.
Ieri mattina ho preso i 30 euro che c’erano nel tuo portafogli e li ho messi in quello di Totta, come sei generoso Papo, te li eri meritati tutti, due euro alla volta, a suon di 8, 9 e 10 a scuola. Poi ieri ho regolato sull’ora solare anche il tuo orologio. Ieri mattina a correre a Castellazzo sei venuto a dare un occhio? Hai visto quanta acqua e quanto fango? Ci siamo pure impantanati con l’auto… In tre a spingere nel fango… Disavventura divertente, cose che succedono a noi di qua dall’Infinito in cerca di emozioni forti.
Certo che mi fido di te, Papo!
Chi altri a sette anni, tornando dal dentista poteva disegnare “I cicli della bocca”?
Chi altri poteva farmi divertire tanto:

Buffon impreca contro l’arbitro, tu Papo: “Pá, quello ha detto VAFFANCULO!” leggendo il labiale. Io: “Già…”. Tu: “Se ci sono di mezzo le parolacce capisco anche il linguaggio dei sordomuti!”.

Compiti. Dovevi completare delle frasi con le parole: scienza – scienziato – coscienza -incosciente.
“Chi lavora con impegno è una persona… Incosciente!”
“L’automobilista passato con il rosso è uno… Scienziato!”.
Apposto!
Promosso con lode!

Totta può!

Parlando coi bimbi di religione, vedi post di stamane, Papo il ribelle si anima e se la prende con i preti dicendo che sono proprio il male a raccontare certe cose alla gente… Io e Nik sminuiamo la cosa e lo ammoniamo di non andare a dirlo ai suoi compagni di classe perché ognuno ha la sua sensibilità, la sua educazione e non è giusto ferire le persone, Totta, armandosi di tutta la sua diplomazia, prova a farlo ragionare: “Papo, il male è l’expo! La mamma ci impiegava 5 minuti ad andare a lavoro, adesso coi lavori di ‘sto expo ci impiega mezz’ora…!”.

Ci sei, Papo, per me si tratta solo di non mandare affanculo ogni istante quella gran puttana della sorte.
Continua a divertirti, regala risate e prodigi di ilarità a chi ne ha bisogno anche lì dove sei!
Papà

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