La Signora Ornella e il gorilla colorato

 

Ciao Papo,

un paio di giorni fa una cara amica mi ha scritto:

“Le tue lettere sono tutte diverse, ma dentro lo stesso ‘contesto’. Invece questo salto nel futuro a 88 anni mi ha davvero sorpreso, è stato bello e rassicurante come il finale di un film (effettivamente ora che ci penso, c’è tanto Harry Potter). E torniamo sempre lì: cazzo Andrea sei sempre tu che rassicuri noi e non viceversa. Non lo so, ma in un mondo ideale i ricchi aiutano i poveri, i sani aiutano i malati, i forti aiutano i deboli, i gioiosi danno felicità agli infelici e così via. Ma non funziona così oppure siamo noi che assegniamo i nomi sbagliati, uno che sembra debole in realtà è fortissimo, uno che è malato forse ha capacità che uno sano se le sogna. E allora sei tu, tramite i tuoi racconti, che aiuti noi a star meglio e non viceversa. E ci pervade questo senso di colpa per il quale, non solo non possiamo far niente, ma pure riceviamo tanto senza poter contraccambiare. Ma magari verrà il tempo anche per noi, da qui a 88 anni c’è tempo, aspettaci!!!”.

 

Tu lo sai, Papo, ci sono tante persone che mi stanno dando davvero tanto! Non sto qui a ringraziarle tutte perché se no questa lettera diventa di una noia mortale. A proposito: è davvero così annoiante la morte? A me non sembra proprio, anzi mi pare proprio il contrario. Probabilmente perché ci sei dentro tu che con la tua Energia, la tua Curiosità, la tua Simpatia ed il tuo Sorriso sei riuscito anche a colorare quella tunica nera e quella falce. In merito a persone sconosciute che mi hanno trasmesso qualcosa, ti racconto di un incontro di un mese e mezzo fa.

 

“Ciao Andrea,

buongiorno… Sì ho perso mio figlio a 27 anni (distrofia muscolare) ma è cresciuto sereno, è diventato un adulto con la voglia di fare tutto nella vita. Avrei tante cose da dirti… E starti/vi vicino sarebbe un grande valore per me. Sono stati figli speciali e hanno lasciato nei loro fratelli senz’altro qualche cosa di bello. Io ho una figlia, più grande di lui, e ora due nipotini che vanno nella stessa scuola di Papo… Se non è doloroso un giorno possiamo sederci davanti ad una tazza di caffè o the fumante e lasciar scivolare fuori tante belle cose… Le belle cose che si sono vissute. Mio figlio lavorava in biblioteca a Bollate, era quel ragazzo in carrozzina. Chissà quante persone che conosci lo conoscevano. Un giramondo. Pieno di amici… Ma il pensiero che ora possa viaggiare senza quella maledetta sedia mi fa sentire felice e guardando il cielo lo sento librare nell’aria e mi fa solo stare bene. Un giorno una donna mi disse: “Sei una sopravvissuta”… Sì ho risposto… E non ho detto altro, perché non volevo perdere le mie energie rispondendo a chi pensa che ero, che sono, che siamo, dei disperati. Sì disperati per non aver concluso un percorso, il ciclico della vita… Ma con un bagaglio grande e non da trascinare ma da regalare. Andrea… Io sono qui quando vuoi, non ci sono problemi, ti lascio il mio cell. Sono una nonna ma ho un motore giovane dentro di me… E le mie gambe devono ancora camminare tanto proprio per lui… E sarà così anche per te, per voi… Un abbraccio… E non crearti problemi… Io sono qui!

Buona giornata… A presto…

Ornella”

 

Quello stesso giorno con Ornella abbiamo camminato per un’ora in lungo ed in largo per Bollate, è stata una passeggiata molto piacevole, vera e semplice. Senza troppi giri di parole mi ha detto:

1) Adesso abbiamo intorno un sacco di parenti ed amici ma verrà il giorno che avremo bisogno di ripartire con la vostra vita e gli diremo di lasciarci spazio e di rifarsi anche loro una vita.

2) Non passerà mai, ma si impara a conviverci e a trarre forza dai bei ricordi e dagli insegnamenti che Papo chi ha lasciato.

3) Con calma, di fare spazio e di liberarsi pian piano delle cose materiali di Papo regalandole ad altri bambini.

4) Da subito di viaggiare, di andare via, di stare da soli noi tre e di imparare a starci in tre. Di andare in posti nuovi ed anche di tornare nei posti belli dove siamo stati con Papo.

5) Lei ha tratto giovamento dal colorare e poi disegnare e colorare mandala e dal fare tai chi. Lei non è mai andata dallo psicologo e soprattutto non ha mai preso medicine. Un giorno stava uscendo di testa, si è seduta in sala in poltrona e non si alzava più perché non aveva più voglia di muovere un muscolo. Il marito chiamò l’ambulanza e la ricoverarono. Il medico al pronto soccorso le chiese: “Signora che cos’ha? Ha qualche dolore o problema fisico?”. Lei gli rispose: “Mi è morto un figlio”. Al che il medico le disse: “Signora, con tutta la comprensione possibile, se io scrivo sul referto che lei ha deciso di non muovere più un muscolo perché le è morto un figlio, la portano di sopra in psichiatria, la riempiono di medicine e lei da questo ospedale non ci esce più. Quindi, prenda il suo tempo, si alzi, si vesta, esca e vada a comprare il più bel regalo che suo figlio desiderava ricevere. Poi decida lei se buttarlo, distruggerlo a martellate o donarlo a qualcuno”. Ed Ornella così fece. Andò a comprare una libreria enorme che regalò all’altra figlia ed al genero perché si ricordava che il suo Giulio ed il suo genero sognavano di andare a vivere in una casetta indipendente e nella taverna volevano mettere un’enorme libreria piena dei loro libri e dei loro ricordi.

6) Qui a Bollate lei ed altre persone hanno fondato un’associazione autofinanziata, “Gli occhi di Mafalda”, che organizza eventi socio culturali. Se, come e quando vogliamo partecipare o organizzare qualcosa, loro ci sono.

7) È molto dura, la cosa più complicata e dolorosa che un essere umano possa affrontare ma siamo forti, pieni d’amore per Totta, per noi stessi e per Papo e ce la faremo!

 

Papo, ti piace come sto colorando il gorilla mandala? Devi vedere com’è diventata brava a disegnare Totta, ma proprio brava che c’è da stupirsi siano disegni di una bambina di sette anni, sei tu che l’aiuti? Ma davvero voi invisibili qui intorno ci regalate una forza e dei poteri Magici? Perché io la vedo! E sai che non mi drogo se non di me stesso e delle mie emozioni. Anche questo altera la realtà? Ma cos’è la realtà?

Ieri sera la mamma ha cominciato, con la zia Pally ed altre mamme, il percorso esperienziale di arte terapia attraverso la pittura, spero tanto che le serva e la aiuti! La realtà è che l’inverno forma il ghiaccio, la primavera lo scioglie, la montagna incanala l’acqua, la cascata la fa saltare, il fiume la fa scorrere ed il mare la beve. In questa perfetta armonia che ciclicamente, anno dopo anno, svolge il suo susseguirsi melodioso, c’è tanto di te, Papo. Da lì arrivavi e lì sei tornato, eri in prestito, non eri nostro, speravamo solo e tanto che fosse molto più lunga la tua permanenza. Sei stato quello che ogni genitore dovrebbe imparare: lasciare andare i propri figli. Papo, oggi posso provare a farti ridere io? Avevo scritto una battuta sul “Lasciare andare” che faceva così:

 

Il vero Amore non è legarsi, trattenere e obbligare ma lasciare andare.

Vi Amo a tal punto che per me potete tranquillamente andare tutti affanculo!

 

Siamo fatti così io e te Papo, quando il romanticismo si fa troppo melenso e il diabete è alle porte, le nostre difese immunitarie ci portano a fare i cazzoni. Quante ne abbiamo fatte insieme bello mio e quante ne faremo ancora! Non è una minaccia ma una Promessa! Papà

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