La dura legge del pollice opponibile

 

 

Ciao Papo,
ti ricordi quando siamo stati in vacanza a Berlino?
Gli zii Pallini qualche mese dopo di noi avevano comprato anche loro il camper e spesso facevamo coppia fissa. Voi cuginetti eravate felici, per voi il camper era la carovana degli indiani. Era sempre un viaggio all’avventura. Meno quando visitavamo le città, soprattutto la settimana a Berlino fu una palla per voi bambini. Ad un tratto, dopo tre giorni di sali e scendi da metropolitane ed autobus col passeggione, chilometri e chilometri tra piedi e monopattino, musei, piazze e muro salisti su un gradone e gridasti all’ammutinamento, con tutti i passanti tedeschi che ti guardavano stupiti. Una roba tipo: “Basta! Bambini ribelliamoci! Ci siamo stufati, siamo in vacanza, ci ha rotto le palle Berlino. Ci siamo scocciati di camminare e visitare le città. Non è per niente divertente. Vogliamo andare davvero in vacanza! Andiamo al camper e partiamo per il mare!”. Come sempre tutti stupiti e piegati dal ridere. Da lì a poco salutammo Berlino. Ci portammo via quest’immagine che ti piaceva molto e questo pensiero.
Mille chilometri per andare a vedere un muro
mille metri di museo sotto un unico cielo
mille pensieri sulla coscienza dell’essere umano
un murale su tutti ne raccoglie e spiega il senso
in modo netto, chiaro, inequivocabile.
il pollice opponibile,
intelligenza e libero arbitrio incatenati
per smettere di perpetrare danni.
Arte… spiegare senza parlare ecco a cosa serve!
Papo, il cuore come sempre, ce l’hai messo tutto tu!
Papà
17 marzo 2017

Lettera 173

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