Quando piove non c’è brutto tempo, piove e basta

 

Ciao Papo,

è rimasto tutto com’era, non abbiamo spostato niente, regalato niente, buttato via niente, metti che ritorni… no, non torni ma è bello che tu resti ancora qui con noi.

Ti ricordi Papo quando siamo stati al Muse a Trento?

Nonostante i camper incastrati nei tralicci, la pioggia (gli inglesi quando piove non dicono che c’è brutto tempo ma piove e basta), il vomitone di SuperPapozzi ed il conseguente ritorno anticipato (siamo già a casa mangiati, pigiamati e sotto trasfusione di cartoni) è stato un bellissimo we! Sarà banale ma il tizio della canzoncina ‘Aggiungi un posto a tavola…’ ci aveva preso! Basta andare via e stare in buona compagnia per cambiare emisfero, continente e pianeta!
E poi il Muse (Museo scienza e natura) di Trento è davvero Spettacolare! Non a caso ci vien gente da tutta Europa… e ciliegina sulla torta ieri sera si è consumata una scena degna dei Migliori film di Mel Brooks: pizzeria piccina piccina carina carina, Nik in bagno a far vomitare Papo; Totta comincia a saltellare perché si sta facendo la cacca addosso; io imperturbabile, il mio lo sto facendo tenendo schiacciata Luna al pavimentato sotto il tavolo col braccio sinistro, continuo a mangiare la pizza; Totta ha proprio il trenino marrone che le fa i fari, passo la gestione di Luna a Zio Pallo, inghiotto un quarto di pizza, prendo Totta al volo, apro il bagno, scalzo Papo e Nik e la deposito in stazione a parcheggiare il trenino! Situazione risolta, anche Papo smette di vomitare! A Nik passa l’appetito ed io le rubo una fetta di pizza via l’altra; nel mentre i bambini scatenano il delirio; Papo è mogio mogio sulla sedia, Nik quando si preoccupa non mangia, io sia che sono teso, sia che sono rilassato, sia che sono medio: mangio come una betoniera… Luna mi abbaia perché sono in piedi a trangugiare fette di pizza sulla testa di Nik. La situazione è totalmente fuori controllo… Nik sferra la mossa risolutiva: arma il suo Leggendario pugno destro e mi pianta due cartelle con vecchietta annessa sulla spalla, mi fulmina con lo sguardo e nemmeno Pietro Mennea nei 200 metri piani a Città del Messico il 12 settembre 1979: in 19″ e 71 siamo tutti vestiti fuori dalla pizzeria! Finita qui? Naaa… io ed il mio amico Pallo in un angolo ridiamo come due pirla, passa sua moglie, la Rodella più elegante e ci prende discretamente a ceffoni. Papo in spalla, un kilometro di passegiata fino al camper, e ci rinfreschiamo le idee! 😉

E’ il mio modo ed anche il tuo per non portare addosso una croce, rimanere comunque e nonostante tutto degli scanzonati cazzoni. Solo io so cosa voglia dire vivere senza un figlio, con una Compagna rotta nell’anima e nel corpo e con una figlia che cerca compagnia e famiglia in ogni altro bambino. Non ci sono cuoricini, abbracci virtuali, parole di circostanza, che consolino, certo, talvolta danno un briciolo di conforto, altre sono moleste come un calcio nei coglioni. C’è bisogno di svuotare ogni giorno la valanga di merda che ristagna dentro anima e corpo. C’è bisogno di raccontare la storia del più stupefacente SuperEroe che potessi incontrare. C’è bisogno di capire come continuare a vivere senza sopportarla e basta ‘sta vita.

Mi mandano in tanti piumette bianche e forme di cuori che vedono nelle cose più disparate, a me è da qualche giorno che non ne regali, se non sei troppo preso passi a farmi un saluto?

Ciao carezza nel vento che spiuma i colombi.

Papà

17 febbraio 2017

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