Diritto d’Anarchia

 

 

Ciao Papo,
questa è la porta di casa nostra, te la ricordi vero? Il Maggiolino “Just married”, “Casa Nicolini, Andrini e Piccolo Agato” a Festeggiare il Tuo arrivo, eri il “Progetto Piccolo Agato” prima di atterrare tra Noi. Poi il Furgone T1 VW, la ghirlanda d’inverno ed in basso il nostro amico De André, monito a non fumare a casa nostra. Mamma da quando sei andato ad abitare dall’altra parte dell’Infinito ha iniziato a fumare, lo sai vero? Certo che sì, spesso le lasci una Tua Piumetta sulla sedia dove si accovaccia a svampare.
Sai che nelle scorse due serate hanno dato in tv il film sulla vita di De André? E’ stato bello vedere da che contesto personale nascevano le sue canzoni, come le nostre poesie, nate dalla vita vera, scritte in modo che siano comprensibili fino in fondo solo per Te, me, e pochissimi altri… la mia poesia che mai arriverà a quella di De André, l’ho messa e la metto tutta nella mia piccola vita, nella mia piccola Famiglia, in Te, in Totta, in quel Poco che Amo. Ho il grosso limite di essere vero, di non esibirmi su un palco o in concerti ma di usare tutta la mia fantasia, la mia poetica e il mio umorismo nel quotidiano del vivere. Mi ha tormentato l’esistenza il palco… ha leso alla nostra famiglia il mio desiderio d’affermarmi… il sentire dentro quella spinta così forte verso l’arte della parola che rivendicava lo spazio d’essere mestiere… poi Tu m’hai Regalato d’essere scrittore. Quant’è bizzarra ‘sta vita… Fabrizio ha il talento, la forza ed il coraggio di diventare De André, ha il talento, la forza e il coraggio delle sue decisioni controcorrente, di vivere la sua libera verità con e contro tutto e tutti, con e contro sé stesso. De André, anima inquieta, si riconciliarla con l’Universo tramite la sua poetica. Arriva a fine mese grazie al suo talento e non alle scuole di suo padre… anima tormentata dal rapporto conflittuale con questo genitore così ligio ed integerrimo. L’alcool, le sigarette, le puttane, la timidezza, l’esigenza di esprimersi, un anarchico… il nostro corpo sano è un sistema anarchico, l’anarchia funziona a Meraviglia, non è costrizione ma Libera Espressione, l’Arte è Anarchia, ha sottilissime, rigide, immutabili Regole l’Anarchia. E’ Utopia l’Anarchia, è Orizzonte e Ristoro per chi traccia recinti entro i quali muoversi ed esprimersi non riuscendo a farlo perché solo liberi da costrizioni nelle praterie dell’Essere si è Sé Stessi. Senza Utopia le condizioni sociali non sarebbero mai migliorate, senza Anarchia il corpo umano non funziona, perde equilibrio, s’ammala. La fattoria in Sardegna, il far conciliare il suo essere padre con l’artista, attraverso il figlio Cristiano, l’unire la famiglia che era con quella che è e sarà, altrove, lontano, dove la terra ha così tanto spazio e gli occhi indiscreti sono così lontani che ha persino gioco facile l’Anonima sequestri.
Papo, il film l’hanno dato in due serate, dopo la prima ho pensato: sono l’unico che per le Strambe Leggi del Caso ieri sera guardando il film su Fabrizio De André ha fatto caso alla scena in classe, con Fabrizio adolescente, col prete che parla di Dio, Infinito e Amore? Sono l’unico che ha colto la battuta del giovane Fabrizio in auto con la futura moglie che faceva più o meno così: “Hai paura della morte? Un filosofo francese diceva che alla morte se non le credi, non esiste! E io non le crederò mai!”. Sono l’unico che ieri sera ha Sentito perché Ama e Vive da sempre le Canzoni, le Parole e la Musica di quell’Anima così tormentata? Non parlo nello stretto del film… parlo di frasi che io penso e scrivo e mi tornano indietro a conferma di quel Tutto che Esiste ma noi ne vediamo solo una parte parziale da ‘sto lato dell’Infinito.
Dopo la seconda serata e la fine del film scherzavo sul protagonista che interpreta Faber, lo chiamavano così, come la marca delle matite, per via del fatto che appuntava sempre tutto, cercando ispirazioni per le sue canzoni: …per Luca Marinelli sarà stato più difficile imparare a suonare e cantare come De André o svampare una sigaretta dietro l’altra rischiando il tumore fulminante e scassarsi a merda di alcool in barba alla cirrosi come Fabrizio?
Bravissimo Luca Marinelli! Un Vero, Grande Attore capace di interpretare personaggi con caratteri diametralmente opposti, come in “Tutti i santi giorni” di Virzì, in “Lo chiamavano Jeeg robot” e in “Non essere cattivo”. Quando sarò vecchio, verso Lettera 13.000 sarebbe bello fosse lui ad interpretarmi nel Tuo Film. Magari morirò giovane, bah, l’unica cosa che so è che non ho nessuna voglia di diventare vecchio e stanco di vivere, e non lo diventerò, gliela metterò prima nel culo io a ‘sta vita! Non mi importa, non ho più paura di niente, figurati se ho paura di morire… io che ho Te che mi aspetti per Pescare. Io che tornerò Anima nell’Anima da dove mi hanno separato mescolando il mazzo.
Papo, il film finisce così:
Fabrizio: “Ascolta la chiusa di questo pezzo, è importante, te ne vai? Allora dovrai dirmi se mi vuoi sposare”.
Dory: “Sì, sì, sì!”.
Cambio scena, matrimonio, si avvicina un tale per farsi autografare un disco da De André. L’Universo continua a dire ciò che è.

Non pensare,
non crogiolarti nell’ansia,
la Primavera non bussa,
abita in Te,
aprile la porta,
vivila!
Andrà tutto bene,
non so quando sarà ma Sarà.

Grazie!
Papà

15 febbraio 2018

Lettera 443

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