Matrinostro
Ciao Papo,
Non mi è mai stato simpatico. Non mi è mai piaciuta l’idea di dover sancire patti davanti ad un’autorità preposta. Un patto è roba serissima! Cosa da bambini! Che si ratifica incrociando i mignolini! Cosa da ragazzini! Che si decreta schioccandosi un bacio sulle labbra! Cosa da innamorati! Che legifera facendo all’amore carne nella carne! Il Patto poi si onora giorno per giorno con tanta costanza quanta leggerezza, se no il nido diventa gabbia.
Non mi sono mai posto il dubbio di sancire “la cosa” (“Sì un momento, adesso lo metto il soggetto al discorso! Ma non l’hai ancora capito!!?) anche per chi lo sente un inutile peso come me e per i “Ricchioni”, perché famiglia sono due e più persone che stanno bene insieme e decidono di mettere su una “Famiglia”, famiglia non sono un pene e una vagina che possano proliferare, quanti disastri ha creato ‘sto modo barbaro-cattolico di vedere la cosa…!
Quindi sono passati quindici anni e siamo molto più che sposati! Tu sei il mio Miglior Amico, la mia Amante Focosa, la più Preziosa Mamma che i miei bimbi potessero avere, il mio più stretto Confidente, il mio Primo Sostenitore, in una sola parola: LA MIA COMPAGNA!
Ma siccome la legge non tutela a pieno i diritti delle famiglie di chi non è sposato e siccome in ‘sto periodo ci sono piombati nel retto volatili per diabetici grandi come Boing 747, tra aprile e maggio io mi ti sposo!
Che detta così sembra quasi una resa… non ci siamo mai detti “Sì”, ci siamo trovati spesso delle cose già fatte, altre imposte e da dover digerire ma insieme abbiamo sempre superato tutto e abbiamo sempre trovato il modo di riderci sopra e divertirci!
Mummumur: meriti il miglior Me che posso essere e ci meritiamo una Grande Festa!
E Gran Festa sarà!
Tuo Ricchionissimo Cicisbeo
Scrivevo così a Mamma tre anni fa, dopo la tua sincope di Amsterdam dell’agosto 2013 che aveva ancora più unito tutto, prima della tua sincope a scuola di novembre 2014 che ha cominciato a sfilacciarci.
Un amico all’epoca ci scriveva: