Mangiare la lavagna a testa in giù

 

 

Ciao Papo,
giornata lunga insieme a Totta, Mamma ha lavorato. Latte a letto come vi è sempre piaciuto, chissà perché stamattina Totta ha preso l’album fotografico della famiglia Vaniglia. Ce lo siamo sfogliato tutto, Totta mi chiedeva dove eravamo quando non si ricordava i posti. Lei non ricorda niente delle nostre vacanze, Tu non ti dimenticavi niente. Ogni sfogliare di pagina eri lì insieme a noi, non ti piangevamo, ti sentivamo vicino. Eravamo tutti e tre insieme stamattina in quel lettone! Non è un caso che stasera nel libro di Frate Alberto Maggi abbia letto poco fa: “Un sogno, solo un sogno, ma per me la conferma che la morte non allontana da noi i nostri cari ma li avvicina, che la loro non è assenza ma una presenza ancora più intensa e che, se riusciamo a non piangerli come morti, possiamo sperimentarli come vivi”. E’ esattamente ciò che abbiamo fatto io e Totta stamattina. E’ ciò che faccio più spesso che ci riesce da quindici mesi a questa parte. E’ stata la nostra difesa naturale e tu che sei qui vicino hai iniziato a rassicurarci con le Tue Piumette. Poi siamo andati a trovare Emma, la vostra cuginetta fresca fresca, devi vedere come le piace l’uva. L’hai vista? C’eri anche Tu a pranzo oggi? Le dicevamo tutti in coro: “U V A” e lei per tutta risposta: “A P U”. “Emma U V A”. E lei: “A P U”. Che risate Totta! Che bello il suo sorriso! M’è scappato di scriverle questa:
 
Dentoni che giocano a shangai,
sorriso da spazzare via i guai.
Corpo morbido, atletico e snodato,
preludio di Donna
e non solo per la Bellezza della forma.
Sguardo dritto,
se non fai quel che devi te le canta per le rime,
pazienza che rasenta l’indulgenza.
Sano egoismo a spezzare il dolore,
speranza, severa dolcezza
presta il fianco alla vita.
Abbraccio morbido che scioglie ogni tensione.
Fatica spostata oltre l’ostacolo
la ricompensa è incrociarne lo sguardo.
 
Questa per me è Totta. Tu le capisci le mie poesie vero Papo?
Totta come Te è quel che canto in “Eroe”:
 
…forse mi sto sbagliando,
non sto delineando i tratti caratteristici
del tipico eroe ma quelli di un bambino.
E restare bambino nella bufera
è il gesto più eroico a cui abbia assistito.
 
Dopo gli Zii ed Emma siamo corsi a cavallo. Abbiamo sellato quello zuccone di Bull, io ho fatto fare un giro a Luna per i campi mentre Totta lo montava. Via la sella, spazzolato, coperto e salutato. Casa, compiti e per Totta albero e presepe coi Nonni. Chi si ferma è perduto, a volte mi sembra proprio così. Non lo facciamo a posta ma non riusciamo più a stare fermi e rilassarci come piaceva tanto fare a Te.
Domenica scorsa tornato da Gubbio abbiamo fatto l’albero tutti e tre insieme. E’ stato molto meglio dell’anno scorso te n’eri andato via da troppo poco, quest’anno sei tornato. Abbiamo cominciato a guardare i film di Natale e fanno meno male. Abbiamo riso come sempre con “Elf” e “Love actually” è Meraviglioso che Totta senta così forte il Natale. Mamma, io, Maestra Musa, i Nonni, tutti gli Zii e i Cuginetti stiamo facendo un Gran Lavoro con Totta! Niente di diverso che ascoltarla e rispettarla!
Papo, mi prendo anche io un po’ del mio Natale se non ti scoccia:
Tu Papo: “Mamma perché Toro seduto si chiama così?” Mamma: “Perché gli indiani hanno questi nomi così belli!” Tu: “E c’è anche Aquila che atterra, Falco che corre e Fagiano che fa così (muovendo il pupazzetto nella mano)?”
 
Tu Papo, in auto un pomeriggio d’autunno, guardando fuori dal finestrino, mentre mamma e papà parlano di un po’ di cose da fare: “Scusate, ma perché le mamme si preoccupano sempre di tutto e i papà no…!!?”.
 
Tu Papo: “Papà lo sai che il Signore del vulcano è così cattivo che si mangia la lavagna (la lava, eri piccolo, avevi quasi tre anni) a testa in giù! (Mangiare a testa in giù pareva essere caratteristica di estrema cattiveria. Sommata al mangiare lava era l’Apoteosi della Malvagità!). Io: “Ah, sì… mazza com’è cattivo!”. Tu: “Papà… ma le tigri fanno la cacca?”. Io: “Sì!”. Tu: “Ah, perché pensavo non avevano il culo…”.
 
Già, sono così belle le tigri che è un peccato facciano anche loro la cacca. Giocavi, ad inventarti storie e mentre fantasticavi ti domandavi come funziona la vita e la imparavi, Meraviglia! Grazie per questo ennesimo Piccolo Natale.
 
Buonanotte Poeta della Fantasia!
Papà

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