Meno “Ambulagne” più Bis!

 

 

Ciao Papo,
ieri Totta realizzava che l’ambulanza dovrebbe chiamarsi: “Ambulagna” perché fa un rumore insopportabile e perché trasporta chi è ferito, s’è fatto male e si lamenta.
A tre anni osservavi: “Io e And(r)e abbiamo il pisello, Mamma e Ca(r)lotta la pisella”.
A sei anni succedeva che un martedì eri sconfitto da nausea e vomito e il mercoledì eri in netta ripresa! Ti feci: “Dai Papo, sono contento, stai il 100% meglio di ieri!”. Tu:”Ieri ero al 27%, oggi sono al 65%”. Oh, che non si dica che non sei un tipo preciso…!!

Quotidianità… è un po’ di sere che Totta, Nik ed io a fine cena ci sbucciamo qualche arachide, sarà anche il rumore ma Luna va in avvitamento compulsivo e le viene una vera e propria “Scimmia da arachidi”, sicché Nik gliene sgancia qualcuna col dubbio che le possano far male. Papo, dando fondo a tutto il suo realismo più che alle sue conoscenze in veterinaria, sentenzia: “Mà, Luna dopo aver mangiato, plastica, nylon, legno, ossa di pollo e tutto ciò che trova per strada, credo possa mangiare qualsiasi cosa senza stare male…!!”.

Io: “Io vorrei fare un discorso, una considerazione che però non so se si debba fare davanti ai bambini ma voi siete molto intelligenti e sensibili ed allora mi sento di…”. Tu m’interrompesti perentorio: “Pà ma dilla e basta!”.
E così in loop finché serve! Sei una continua scossa di Gioia Vitale!
Stasera vengo a cercarti alla presentazione di un libro che parla della Forza dell’Universo. Sono sicuro di trovarti e questa esperienza si sommerà alle Parole di Mamma, al Credo di Don Giovanni, di Lama Tashi, alle Sensibilità di Sonia, Max e Marco. Tutto questo Cercare, Credere e Sentire si concretizza in ciò che scrive l’amico Jacopo Fo nella prefazione del Tuo Libro:
Reagire al dolore è giusto, è necessario, è un regalo che fai agli altri, che vedano che è possibile andare avanti a credere nella vita nonostante tutto. Così chi non ha subito traumi può avere meno paura di subirli, vedendo che altri si sono rialzati dopo batoste immense. Quindi abbraccio Andrea, con le sue lettere, e abbraccio Nicoletta, che di scrivere e di parlare non ha voglia. E idealmente vorrei abbracciare tutti quelli che si sono messi a sciogliere il proprio dolore inventandosi una storia, e tutti quelli che capiscono il valore della ricchezza che si raccoglie dando sostegno a chi è caduto nel pozzo.
Non è una frase tanto per dire. Gli avari vivono l’incubo di abitare in un mondo dove tutti sono avari. Sono le tue azioni che determinano l’idea che hai dei tuoi simili. E quelli che riescono a stare vicino a chi soffre si regalano l’idea di vivere in un mondo dove se cadi non sarai lasciato solo. E questa è vera ricchezza. E a volte ti capita che gli altri ci siano veramente. A me è successo proprio con la morte dei miei: la vicinanza di tante persone affettuose è stata un balsamo incredibile.
Vivere il dolore in solitudine, senza inventarsi nulla, distrugge la qualità umana delle persone. Attraversare il dolore giocando, facendo finta che si possa andare oltre, fa crescere la qualità di tutto il genere umano.
Papo, continua a fare tutti i Bis che vuoi!
Papà

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