Empatia portami via!

 

Ciao Papo,
ieri ho poi deciso di non scriverti. Giornata intensa a lavoro, fatto preventivi e finito un disegno. Verso le sette di sera sono andato in onda sul canale 19 in un intervista di presentazione del tuo libro con una giornalista davvero Brava, Dolce ed Empatica. Papo l’empatia è la capacità di comprendere lo stato d’animo degli altri e starci insieme serenamente senza far finta di niente e essere finti, esagerati, molesti. A Mamma e Totta è piaciuta l’intervista, poi con Totta abbiamo letto qualche pagina di “Mamma ho fatto la cacca dura come gli zoccoli di uno gnu!” le ha fatto specie che a 10 mesi già parlassi. Abbiamo letto:

In principio fu la cacca

Papo: “Mamma”.
Mamma: “Sì amore?”.
Papo: “Un mimo mmh”.
Mamma: “Cosa amore?”.
Papo: “Mamma!”.
Mamma: “Sì gioia?”.
Papo: “Mi mi mi uhu”.
Mamma: “Amore, non capisco…”.
Papo: “Mamma!”.
Mamma: ”Dimmi amore!”.
Papo: “A mi mi oh ne na”.
Mamma: “Gioia ma che dici?”.
Papo: “Mamma!”.
Mamma: “Sulla prima ci siamo, ma la seconda qual è?”.
Papo: “Brum Brum cacca!”.

La cacca è stata anche la tua fine. La cacca rappresenta la tua morte. La cacca è la fine di questa tua esperienza terrena. Non ti ho scritto perché è questo quello che avevo da scriverti, anzi peggio ed invece vorrei scriverti solo cose edificanti. Ieri è andata meglio ma il pomeriggio di due giorni fa è stato un momento tremendo. Ho passato tre ore in ufficio a piangere, a cercare di nascondere la testa nel monitor del pc, a stare girato per non farmi vedere da Zio Frenk. Sai, le immagini brutte ogni tanto vengono ancora a torturarmi. A volte mi torna in mente il tuo viso che cerca ossigeno e diventa paonazzo, viola, ti si gonfia il collo, hai gli occhi fuori dalle orbite, il defibrillatore nel tuo petto non ti dà la scarica, io provo a praticarti massaggio e ventilazioni ma non posso fare niente per salvarti e tenerti in vita e lì ti vedo andare via. Papo, te ne sei andato via in quel momento o forse qualche minuto prima davanti alla porta del bagno del camper, anche se poi arrivarono i soccorsi e andarono avanti due ore a massaggiarti e due giorni a massacrarti tentando di curarti. Queste immagini le riesco a tenere a bada con tutte le immagini belle che ho di Te, sei sempre lui che torni a tendermi la mano e salvarmi. Ci sono pure i due giorni di coma in ospedale tra speranza e infine la resa. C’è l’ultimo bacio. L’ultima promessa prima che si spegnesse la macchina che teneva in vita in tuo involucro. C’è il tuo cadavere avvolto in un lenzuolo, sembravi un Angelo del Cielo. Ci sei tu dentro una bara bianca coi tuoi vestiti preferiti, il collo sformato e la faccia tumefatta, i tuoi Bellissimi lineamenti alterati, un Guerriero Azteco, così il tuo piccolo corpicino senza Anima ha combattuto l’estrema battaglia tra macchina cuore e polmoni e macchina per la dialisi. Le tue gambette coperte da un lenzuolo, tumefatte, incise, tagliuzzate, maciullate, prossime all’amputazione perché il tuo corpo non drenava più i liquidi. I documenti di morte, i timbri, le firme, la data di nascita e la data del decesso. Una scatoletta di legno con dentro un’urna contenente le tue ceneri ed una ciocca di capelli. Tutto quello che ci è rimasto fisicamente di te. E’ questa la realtà Papo? L’abbiamo già detto che a noi la matematica non piace! Se uno più uno fa due, questa storia non è degna d’essere vissuta. Tu per 10 anni ad uno più uno sei riuscito a far fare 100! E adesso che vivi altrove riesci a far fare 1.000! E i giorni in cui c’è un disperato bisogno di Te riesci pure a fa fare 1.000.000, 1.000.000.000! Ti ricordi come ti affascinavano i numeri lunghissimi impronunciabili? Sei finito a viverci dentro. Sei finito ad essere Infinito. Lasciamo perdere la dinamica beffarda di quella maledetta mattina, la somma dei tre sforzi: cacca, digestione, bici, che non ti danno scampo, che è poi l’unica cosa che davvero non mi dà pace, si chiamano pensieri antagonisti, presto andrò a parlare con una psicologa. Tranquillo che non me lo faccio strizzare il cervello! Mi faccio dare “solo” qualche strumento. Perché quando sprofondo nella merda più nera arrivano sempre il tuo sorriso e la tua mano a tirarmici fuori. Ma se pur realizzo che la serenità passa dall’accettazione dell’inaccettabile, se pur so da sempre che poteva succederti qualsiasi cosa in qualsiasi momento, non accetto che l’unica volta che ci sei sfuggito d’occhio e tre piccoli sforzi si sono sommati, tutta la vita se ne è andata affanculo. E’ questo che devo amputarmi dai pensieri ricorrenti. Non si può pensarlo da dieci mesi ogni cinque minuti. Indietro a quel momento, finché sono in questa dimensione delle cose fisiche, finite che hanno spazi e confini non posso farci nulla. Quando sarà il mio turno di venire di là dall’Infinito salto dritto subito a quel momento e la nostra storia ci rimettiamo a viverla e scriverla insieme, va bene Papo?
Tutte le cose strazianti di prima non le abbiamo scritte nel Tuo Libro, non ci sono nelle Tue canzoni, non ci saranno nel Tuo prossimo libro a fumetti con le Battute Tue e di Totta e quando io e Robertone andremo ad Hollywood non ci saranno nemmeno nel Tuo film. Adriana ed Elisabetta di Garzanti, Macilla, Scatolo e Skifezza nella musica, Robertone nella stesura del film, hanno troppa cura di Te, della Tua Bellezza, della Tua Leggerezza e del Tuo Messaggio d’Amore e di Speranza per rovinarlo con visioni macabre. Quelle immagini spettano solo a me che sono il tuo papà, quelle foto mentali impresse a fuoco nella carne saranno il Premio che riscuoterò quando finalmente potrò riabbracciarti. Ma sono anche Autore e Scrittore e i Tuoi Libri, la tua Musica ed il Tuo Film, oltre a contenere un Elevato Valore Umano, sono Pregni d’Arte, solo con questa Eccellenza possono trasmettere la tua Essenza.
La sera del pomeriggio delirante a lavoro, aperta la porta della taverna per entrare a casa mi ha salutato una foglia secca a forma di cuore. Ieri mattina apro la stessa porta ed una Piumetta era lì bianca e candida incastrata nello zerbino. Papo, Grazie per tutto il bene che mi volete Tu e il Vento!
Stavo scrivendo ‘sta roba:

Lacrime

Sale d’argento che fende il volto per mio figlio portento.
Non cammino sul pavimento, striscio nel vento.
Carezzo il Sogno di un eterno ritorno.
Mastico pane e deglutisco lame.
Intime compagne di viaggio che non mostro a chi di passaggio.
Vi tengo tutte per me, per il mio paesaggio che è passaggio.
Vi verso per il mio miraggio che si realizzerà in un abbraccio.

Papo, chiedi a tutti la cortesia di non commentare, non cercare di darmi conforto, non l’hanno ancora capito che solo Tu e Totta riuscite a darmene? Digli di condividere, di far volare la tua Storia ed il Tuo Libro, di parlare di quanta Poesia, Arte, Speranza, Leggerezza, Allegria, Divertimento, Forza e Coraggio ci sono dentro quel Bambino Libro. L’unico modo che chi legge ha di aiutarmi è diffondere questa Storia e il Tuo Meraviglioso Libro. Non crescerò i loro figli, non amerò né loro, né le loro mogli, non vivrò la loro vita insieme a loro io papà di Papo. Il papà di Papo è lo Scrittore che ha avuto il Fottuto Coraggio di non far perdere questa Straordinaria Storia di un SuperEroe Rivoluzionario per come ha vissuto e c’ha lasciato il suo Amore. Che si prendano la loro responsabilità e parlino e facciano girare il libro, io di “Mi piace” e cuoricini non me ne faccio una mazza. Io voglio vedere Te Papo ed il Tuo Libro in tutte le case e in tutte le spiagge d’Italia a giocare e stare insieme a tutte le famiglie. A ridere, fare qualche lacrima, certo e realizzare alla fine: “Cazzo che Figo ‘sto tipetto! E sua sorellina non gli è da meno!”. Te la ricordi l’empatia Papo? Questa è l’empatia che si può avere con me.
Ogni presentazione c’è almeno un genitore che vive la stessa situazione in cui siamo piombati Mamma ed io, mentre io parlo, racconto, leggo battute, sdrammatizzo il momento, ride, gli si illumina il volto! I genitori di figli sani invece spesso hanno il viso lungo, di cristallo, pronto a rompersi in mille pezzi all’improvviso. Lo so che non è facile approcciarsi a una persona col mio vissuto ed il mio essere totalmente naturale e non costruito è l’unico modo che ho per essere sinceramente me stesso, accogliere e farmi accogliere dalle altre persone. Questi genitori devono ricordarsi ogni mattina ed ogni sera di “Baciarsi il culo lussandosi il rachide” come mi dicevo io ogni giorno di tua permanenza in ‘sto mondo e ‘sta vita. Un sorriso, vero e spontaneo mi è gradito, parlavamo di “Empatia” Papo… io quando ‘sto proprio di merda dico anche un “Padre nostro”, anche se ho tanti dubbi è una preghiera che conosco sin da bambino e in quei momenti di lacrime che mi sovrastano, prima che tu arrivi a Salvarmi, un poco di sollievo lo ho a pensare che un dio, se c’è, non è un totale stronzo, ingiusto, farabutto, sacrifica bambini, ma ha un Disegno che poi è la Storia ed il Percorso Evolutivo della Anime, la storia della Tua Anima Antica in Viaggio da Secoli.
Empatia Papo… mi ha scritto un papà cui è da poco morto il figlio. Morto è la parola che esprime questo concetto, se pur totalmente priva di empatia. Gli ho risposto:

Stai vicino a chi ti vuole bene.
Non fare cazzate, se devi dai di matto ma non serve.
Mi dispiace tanto tu debba conoscere il dolore da così vicino.
Non so come consolarti e pensare di consolarti è una pretesa che ha la gente e a me fa incazzare pure.
Ti abbraccio, questo sì, forte!

C’è da trovare e tirare fuori ognuno le sue risorse! C’è tanto da vivere! C’è da tornare a fare e consumare l’amore! C’è da andare al mare! C’è da correre, ridere e giocare! C’è da nutrirsi d’Arte e cagare Meravigla! C’è da stupirsi del dono della vita e capire che la morte è solo la porta verso il resto della Vita!
Papà

PS: Grazie a Margherita per il Bellissimo disegno!

 

Sharing is caring!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *