Saggezza di lupo

 

Ciao Papo,
qualche giorno fa ho visto un documentario. Quanti ne abbiamo visti insieme. Quanti ne hai visti col Nonno Zazzà. Raccontava del ripopolamento dei lupi nel parco di Yellowstone. Nel 1980 un branco di dodici lupi viene inserito nell’ambiente naturale del parco, dopo 37 anni i miglioramenti nella flora e nella fauna hanno dell’incredibile. I cervi che stavano a valle lungo il letto del fiume, a causa del branco di predatori sono costretti a scappare su in collina. Questo fa partire una catena incredibile di benefici: ricrescono erba e piante, i cervi brucavano tutto e non facevano crescere niente. La crescita di erba e piante fa ripopolare la riserva di insetti, tornando gli insetti tornano a popolare la valle anche uccelli e roditori. Addirittura la rigogliosa crescita di arbusti e alberi ridà forma al letto del fiume che per decenni si era sfaldato creando poco più che un acquitrino. Il ricrearsi del bacino del fiume fa sì che i salmoni tornino a risalirlo per deporre le uova a monte di esso e anche gli orsi, simbolo del parco, ringraziano.
Papo, la Natura è un’Incredibile spettacolo di Perfezione, vero?
 
Ho scritto così nel tuo Libro:
“Ho visto dio, era nella morte di un bambino nato sano. Ho visto dio, era nella lunga vita di un bambino nato con una severa patologia. Ho visto dio, era nell’operosità di un padre che non si arrende di fronte a niente. Ho visto dio, era nelle lacrime e nello smarrimento di una madre. Ho visto dio, era in una famiglia tutta unita contro il mostro. Ho visto dio, era nella lasagna della nonna. Ho visto dio, era in uno di quei bellissimi cartoni animati che per un paio d’ore ti rapisce. Ho visto dio, era tra le nuvole a cavallo di un grosso drago. Allora siccome ho visto dio in ogni gesto e in ogni cosa, ho provato a parlargli ma aveva troppo da fare per starmi ad ascoltare. Scorreva nella linfa di alberi e piante; portava su e giù la marea; pompava sangue in ogni essere vivente; teneva in branco le gazzelle e affamato il leone. E mentre osservavo tutto ciò, ho incrociato il suo sguardo, una frazione di secondo, e ho visto che dio era donna, troppo affaccendata a regalare vita, riprendersela e trasformarla in nuova linfa per fermarsi a dare ascolto ai nostri perché. In quello sguardo di un istante, durato una vita, ho capito che la mamma di tutto e tutti è stata così generosa e furba da regalare a noi uomini, che ci crediamo il dio in terra, la ragione! Così da essere i fautori del nostro destino e trovarci o perderci, finché non torneremo, solo di passaggio, tra le sue braccia”.
 
La Natura è la stessa Madre che ti ha plasmato così Unico e fragile. Può sbagliare la Natura?
Il destino è così maldestro e burlone da fare scherzi di così pessimo gusto?
Abbiamo troppe domande e nessuna risposta davvero convincente. Il problema è insito nella domanda, non ci sono quesiti e questioni da porsi, c’è solo da imparare ad accettare.
Papo, non capisco quasi più niente di questa nuova vita che mi tocca vivere ma una cosa l’ho decisa, un signore tanto buono passato per ‘sto modo disse: “Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”, questo lo ho deciso di essere.
 
Buona notte Piccolo Etologo!
Papà

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2 Comments

  1. Elena Chiesa ha detto:

    Trovo toccante e molto vero quanto hai scritto,perché avendo vissuto una tragedia simile,condivido le domande senza risposte che dobbiamo solo accettare come parte del nostro destino. Perdere un figlio è il dolore più immenso che l’essere umano possa sopportare. Dopo questo non hai più paura di nulla perché nulla sarà peggio di questo.
    Un abbraccio!

  2. Piero ha detto:

    La perdita di un figlio rappresenta un evento così immensamente terribile che, nella nostra lingua, non esiste una parola che definisca chi abbia sofferto una tale disgrazia, forse perché è un dolore così immane che fa ammutolire.
    Solo alcune lingue contemplano un’espressione del genere. Ad esempio, in Sanscrito si diceva “vilomah”, letteralmente “contro l’ordine delle cose”, di chi avesse perduto un figlio.
    Ha ragione Elisa: di fronte alla morte di un figlio, tutto il resto è nulla.

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