Lacrime, Regali e Tesori

 

Ciao Papo,
ieri è stata una giornata fuori casa, di quelle che tu detestavi, di quelle che non mi fanno stare tranquillo a scriverti, di quelle di cui probabilmente ho bisogno in questo periodo così zeppo di incontri, proposte, ragionamenti ed indecisione. Papo, sei passato dalla quarta elementare al Master in Letteratura senza passare dal via. Bisogna scegliere con grande cura a chi affidarti. C’è da sentire chi avrà la sensibilità di scrivere gomito a gomito insieme a me i più bei libri che si possano stilare. Dobbiamo anche capire chi riuscirà meglio a far Volare la tua storia, mantenendola forte e pura come tu l’hai tracciata, come tutti con grande attenzione e cura stanno facendo. Mi sento stanco, spossato e prosciugato da questa tensione nel decidere. Persino la morte con te non aveva mani secche ed avvizzite ma il cordiale sorriso di chi ti ospita volentieri a casa sua perché sei il più gradito tra gli ospiti. Fanculo ‘sta stronza maledetta, ci avesse lasciato in pace per i cazzi nostri nel nostro anonimato. Tanto poi tu da grande la maniera per emergere a tuo modo sicuro l’avresti trovata. Papo, chissà se i bulli delle medie ti avrebbero creato tanta tensione? Non penso, secondo me con le tue battute e con il tuo modo di fare li avresti annichiliti e te li saresti fatti tutti amici. Io credo che alla fine tra domani e dopo chiuderò gli occhi e senza continuare ad arrovellarmi deciderò col cuore, perché la nostra è una storia d’amore. Papo, ma ci pensi che io e te che siamo l’antitesi del romanticismo raccontiamo una storia d’Amore…!!? Antitesi vuol dire il contrario. Le conosci tutte le parole adesso di là dall’Infinito? O non si usano nemmeno più e ci si dà un semplice sguardo e si capisce tutto uno dell’altro? Tranquillo Papo, raccontiamo sì una storia d’amore ma a modo nostro. No, non quelle robe melense allo zucchero filato che ti impiastrano la faccia e le mani e per lavartele devi fare un passaggio in dialisi. Anche alla macchina della dialisi ti avevano attaccato per salvarti i reni ma te n’eri andato prima, il cervello non rispondeva più a nessun impulso, ti hanno distrutto tutto cercando di salvarti. Continuavamo a credere nel miracolo ma in realtà non c’erano cazzi. E la presa per il culo finale Papo ce l’hai fatta con un organismo ormai dilaniato, un cervello assente ed il cuoricino che aveva ripreso a battere pian piano autonomamente. Quello stesso stronzo di cuore che due giorni prima si era bloccato, rotto e non c’era verso di farlo funzionare, manco dopo due ore di massaggio cardiaco, manco dopo che ti hanno defibrillato dall’esterno, manco con l’adrenalina, manco con tutti i cazzi di cui disponiamo di qua dall’Infinito. Quando non ci sono cazzi non ci sono cazzi, non c’è colpevole, è la tua ora e te ne devi andare. Ma vaffanculo se lo accetto, non lo accetto proprio per un cazzo. Lettera dei “cazzi” oggi Papo, chissà se ti piace o se ti sto dando fastidio, mi sto addolcendo e non bestemmio, è già un passo avanti.
Mi chiedono se sono contento per i libri, per gli editori, perché in fondo si realizza il mio sogno di fare lo scrittore. Mi chiedono com’è stato uscire sul Corriere della sera, su Vanity fair, su tutte le testate giornalistiche italiane, com’è stato andare da Vespa e dalla Parodi. Cosa cazzo devo rispondere Papo? Cosa stracazzo si risponde quando fai tutto quello che fai perché non vuoi arrenderti all’idea che tuo figlio è morto e lo stai cercando da per tutto e cazzo se da qualche parte c’è deve valicare i confini dell’Infinito, prendermi forte con le sue manine il muso e dirmi: “Basta papà, calmati, sto bene. Non è finito tutto è proprio come vuoi credere tu, la morte è solo una porta aperta”.
Ieri mattina Simone della Canottieri San Cristoforo ci ha regalato un bellissimo giro in gondola sui navigli. Sì, c’erano anche Luna e i cuginetti e lo so che c’eri anche tu. Va bene che hai un casino di robe importanti da fare ma ogni tanto lo so che vieni a spicciare anche le nostre faccenducole. Vieni pure a vedere come va e se riusciamo a continuare a fare cose belle, le ho viste sullo specchio dell’acqua le due piumette bianche… dai facciamo che ieri erano i gabbiani.
Poi Totta è andata a cavallo con la Mamma ed io coi Custodie e Armadilli ho continuato a ragionare riguardo quale sia il miglior editore per noi è soprattutto per te. E in serata ci siamo rilassati a cena fuori con gli amici Bea e Sergio.
Papo, ti ricordi che pensavi spesso a trovare l’idea che da grande ti avrebbe fatto diventare ricco? Così da farti i fatti tuoi, viaggiare e fare il paleontologo e lo chef in giro per il mondo. Pensavi a come realizzare la macchina del tempo, ti era venuto in mente di fare una App che tracciasse i tratti somatici delle persone in modo da trovare i propri sosia in giro per il mondo. Quando eri piccolo piccolo volevi aprire una Festeria, “Un posto dove si fanno le feste!”.
Perseveranza Papo, oltre a tutto il tuo Genio ci sarebbe voluta perseveranza per realizzarti. Sono andato al cinema con lo Zio Pallo a vedere “The Founder”, storia dell’uomo che in sostanza frega i fratelli McDonald e costruisce l’impero Mc Donald’s. Bravissimo Michael Keaton, il protagonista. Bel film perché la storia è folle! I fratelli Mc avevano già pensato e fatto tutto: cucina costruita ad hoc per servire panino in 30 secondi. Packaging che Papo è il confezionamento, al volo busta di carta con dentro panino, patatine e bibita. Decidono di vendere solo panino patatine e coca perché avevano analizzato che questi tre prodotti facevano l’87% del loro fatturato, stop hotdog, basta pollo e sandwich vari perché facevano solo casino, sporcizia e dispersione di energie. Avevano addirittura progettato e costruito il primo ristorante con i grandi archi a “M” per far identificare la gente in un marchio… il problema dei fratelli Mc Donald era che volevano tenersi strette le loro idee ed i loro soldi, erano piccoli di orizzonti nelle infinite opportunità del sogno americano degli anni cinquanta. Troppo dei precisetti per espandersi a macchia d’olio e creare un impero economico. Ray Kroc, Keaton, ne vede le potenzialità e trasforma il piccolo ristorantino efficientissimo in un impero, facendo prima affiliazioni con chi gente volenterosa che vuole aprire ristoranti, poi comprando tutti i terreni sui quali edifica i propri ristoranti. Mc è la più grande società immobiliare del mondo, su questo, ancor di più che su tutto il cibo spazzatura che ci ingolliamo Mc fa i soldi e nessuno o quasi lo sa. Kroc pian piano per divergenti vedute scippa tutto ai fratelli Mc, marchio e cognome compreso! E’ la storia di uno che ha visto oltre, una storia americana degli anni cinquanta, sessanta in pieno boom economico. Kroc ha la lungimirante umiltà di capire da chi sa fare, prima i fratelli Mc, poi l’economista che gli fa intendere perché è in perdita e perché deve investire sui terreni. Ascolta, fa tesoro di ciò che gli viene detto, nonostante la sua testa dura e dopo una vita di tentativi, ha anche la fortuna di imbattersi in geni del loro mestiere e finalmente a cinquantadue anni suonati si realizza. Genio e talento sono nulli senza la Perseveranza!
La mia Papo non è perseveranza, è non avere alternativa. Scrivere è per me una Terapia e tu sei così Figo, Amorevole e Generoso che invece di lasciarmi abbandonare a me stesso e farmi impazzire, andare sotto i ponti o in analisi, mi regali la possibilità di raccontare la nostra storia d’Amore in un libro che vogliono pubblicare tutti. La scelta dell’editore deve per forza essere una scelta di cuore. Non posso che vederlo come l’ennesimo Regalo che mi fai. Forse il più Grande di tutti. Stai facendo sì che il sogno di quando ero ragazzo diventi realtà. Fare lo scrittore. Non me ne importava più niente, bastava tu ci fossi e stessi bene. Bastava quel talento sprecato perché tutta la Perseveranza mia e di tua Mamma fosse realizzata.
 
Papo una volta una Signora mi scrisse una dedica su un libro che mi regalò, faceva così: “Tutto lo sforzo che fai è il tesoro della tua vita, il tesoro della tua felicità, il tesoro della vittoria!”. Sei il mio Inestimabile Tesoro Papo.
Papà

 

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2 Comments

  1. Simone ha detto:

    Ciao trenta anni fa ho perso la mia compagna e il nostro bimbo in grembo in una guerra civile in Africa e vissuto il dolore la paura di non farcela sono salito su una sedia davanti alla finestra aperta con la voglia di spiccare il volo ma poi mi è mancato il coraggio mi sono chiuso nel silenzio e ho trovato sollievo nel soccorrere persone ferite con ambulanza e altro in montagna ma non trovavo pace poi la svolta i clawn in corsia al regina margherita di Torino …be soffro ma ho il sorriso e questo mi basta…ora ho una famiglia ma belle con tre figli ma niente e nessuno mi toglierà il pensiero di maricristin e il nostro sfugoletto …ho fatto tesoro e forse un giorno troverò il coraggio di provare a volare…non sono in grado di darti consigli ma ti dico solo segui il tuo cuore il resto è solo merda

    • arcano ha detto:

      Ciao Simone, mi dispiace per il tuo vissuto. Da ‘sta parti alcune vite vite vanno così. Anche io non ho consigli, posso solo andare avanti e raccontare.

      State bene!
      Andrea

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