Papo, George Michael e Don Giovanni

 

Ciao Papo,

ieri sera gozzovigliavo giù dai nonni ed ho sentito al tg che la causa della morte di George Michael è stato un’arresto cardiaco dovuto ad un’overdose di eroina. Se ti capita di incontrarlo puoi mandarlo sonoramente a fare in culo da parte mia?
Mi immagino tu che gli dici: “George, vieni qui un momento, ciao! Lo vedi quel ragazzo col pizzettone e le basettone, sì George non guardare il suo look, mio papà è rimasto fermo a vent’anni fa, metà anni ’90, quando aveva lui vent’anni. Dai George, lascia stare, pensa come ti conciavi tu in quegli anni… Sì George, è proprio un bel tipetto mascolino nei modi e nel parlare ma con un animo parecchio femminile che lo porta a ripensare a tutto quello che gli succede scrivendo… Sì George, mio papà è quello che da quattro mesi mi scrive ogni notte… e se attacca a parlare papà diventa un rompi balle di uno… No George, a papà piacciono tanto le donne… Sì sì George, papà non è gretto è aperto di vedute ma gli piacciono le donne… Oh, senti George ma lo lasci stare mio papà e mi fai dire una cosa a me…!!? Mamma mia George se sei pesante… guarda tu con mio papà o ci vai a nozze o vi prendete a capate sul naso, siete due straccia balle come pochi… George ti devi calmare un po’! Ho capito che sei euforico perché sei appena arrivato ma cazzarola un po’ di calma! E poi qui non è come dove eravamo prima, qui non c’è da esibirsi, emanciparsi, mostrarsi belli, vincenti, sorridenti e felici, qui si può Vivere d’Arte tutto il giorno! Ah, George qui non ci sono manco i giorni, niente orologi, niente calendari, niente appuntamenti, niente concerti, niente tournée… qui non ci sono piselli e vulve, qui ci si ama tutti tutto il tempo senza manco avere la rottura e l’imbarazzo di fare sesso. Qui si canta, si balla, si fa poesia e si dipinge senza impugnare penne, fogli, computer, telefonini. Qui ci si fonde nell’Arte penetrandola e sguazzandoci dentro con la nostra impalpabile essenza. Prendiamo e lasciamo Luce. Vedi George, non riesco a darti la mano come prima di là nel mondo finito ma guarda quanta Luce riesco a passarti. Dai, provaci anche tu! Entra nelle canzoni, nelle poesie, nei dipinti. Sai che possiamo anche tornare nel mondo di là dall’Infinito ed entrare nei cuori e nelle idee delle persone? Certo che possiamo farlo! Loro di là qualcosa sentono, non potranno mai sapere con certezza che eravamo noi finché anche loro non passeranno di qua. Oh, ecco George, finalmente ti sei messo quieto. Papà una sola cosa voleva dirti: ‘Vaffanculo Coglione di merda!’. Lascia fare George, di là sono troppo attaccati alle cose materiali e alla vita. Tentano di credere in qualcosa ma non potendone avere certezza sono così legati a ciò che possono toccare con mano. E poi sono così fissati coi numeri, coi soldi e con le statistiche… Vedi George, non te la stai nemmeno prendendo”.

Sei un Gallo di Dio Papo! Se non ci fossi tu a farmi riflettere ma più che riflettere Sentire, io sarei troppo categorico, come sono sempre stato, nonostante mi ritenga aperto di vedute. Forse lo spirito travagliato di George ed una morte così da stronzo gli stanno facendo purgare l’anima in qualche purgatorio? Quante domande che abbiamo noi che siamo rimasti di qua…
Don Giovanni mi aveva scritto così ieri l’altro:

Caro Papo,
permettimi di chiamarti così in confidenza, anche se tu non mi conosci; ma forse adesso sì. Io ho conosciuto tuo papà quando era ancora bravo e frequentava l’oratorio; poi l’ho perso di vista; l’ho rivisto – purtroppo – in occasione della tua partenza. Di te avevo sentito parlare solo poche ore prima che mancassi, quando un’amica comune mi ha chiesto di pregare per te. Però, dopo più di cento lettere (le leggo tutte, qualcuna, lunghina, un po’ di fretta, quando magari alle due di notte sto morendo di sonno!) nelle quali tua papà parla di te, a volte rivelando indiscretamente anche particolari intimi tuoi (sai, noi adulti conserviamo sempre un po’ di adolescenza e vogliamo fare i trasgressivi. Però se qualche tuo amico in Paradiso ti prende un po’ per il c … [scusami, sto scrivendo come il tuo papà!] per questi particolari scabrosi, non farci caso: è solo amicizia. Ma queste cose ora le sai bene anche tu!), dopo cento e più lettere, dicevo, e il graditissimo libretto datomi sempre da tuo papà, ora mi sembra di conoscerti da sempre e mi permetto di considerarti un amico.
Dunque. Anzitutto vorrei dirti un grosso grazie. Questa tua vicenda, triste, ha permesso a me di conoscere voi nella vostra genialità di artisti e attori. Anche se dovessimo fare un pochino di tara a quanto tuo papà scrive, è innegabile che siete dei bei tipi simpatici: tu, la tua sorellina, tuo papà, e anche tua mamma, anche se rimane un po’ in ombra, ma si intravvede che è una bella tipa: è sempre così, le donne in gamba stanno dietro le quinte ma son loro che sostengono la famiglia e plasmano i figli e permettono ai mariti di realizzarsi. Grazie, Papo: il tuo sacrificio ha permesso a me e a tantissimi di incontrare la vostra simpatia e di imparare da voi, pur nel dolore, a guardare la vita con simpatia.
In questi giorni mi son ricordato di un fatto. Tuo papà in oratorio cominciava a fare un po’ il monello con altri, e io li sgridavo arrabbiatissimo. Una volta, dopo la solita urlata perché tiravano calci da bestie al pallone in luoghi pericolosi, una pallonata – da bestie, appunto! – ha mandato in frantumi il vetro della finestra di un bagno: per fortuna io ne ero appena uscito, altrimenti … non vorrei entrare nei particolari scabrosi cari al tuo papino. Sono andato da loro, urlando io stavolta come una bestia e minacciandoli di guai apocalittici. Però mi viene un dubbio: forse non era tuo papà il reo calciatore ‘bestiale’, ma tuo zio; si trattava in ogni caso di un Pilotta! Be’, in ogni caso il disappunto per quel pericolo corso e fortunatamente scampato, ora si è tramutato in simpatia.
Soprattutto devo dirti grazie per i mutamenti che la tua vicenda ha provocato in tuo papà e che sono per me una testimonianza e un prezioso aiuto ai miei ideali umani.
Mi sembra in questa occasione che tuo papà abbia fatto una salto mentale nel modo di vedere la vita e il mondo. Lui, giustamente, vuol credere solo in ciò che vede: macché creazione, c’è solo il big bang; macché Dio, chi l’ha mai visto?; è disumano ascoltare una chiesa ‘dogmatica’, conta solo ciò che la scienza dimostra. Ma lui è un artista, e gli artisti hanno certamente qualcosa di più di ciò che è puramente scientifico. Una musica non è mai solo la somma scientifica delle vibrazioni fisiche; un’opera letteraria non è mai solo il risultato di parole che rispettano l’analisi grammaticale e logica; le battute di un comico non sono mai solo la sequenza di ovvie osservazioni sui comportamenti della vita. C’è una creatività che esprime una percezione del profondo dei drammi e delle speranze dell’esistenza, una creatività che esprime il mistero dell’uomo, delle sue contraddizioni, dei suoi bisogni profondi e dei suoi slanci ideali. Orbene in questi quattro mesi tuo papà sta esprimendo il profondo bisogno umano che la vita non termini con la morte, che l’amore non può finire così. Io sono molto grato a tuo papà perché anch’io sento queste esigenze, anch’io credo in queste cose. Non c’è alcuna ragione scientifica (di quella scienza come comunemente è intesa) che spinga a questo; se seguissimo solo questa scienza non ci sarebbe alcun motivo di farci queste domande e soffrire tanto per voler continuare ad amare: è morto, pace, e basta! E invece no! E’ morto ma non è morto, e io devo poterlo amare ancora, e lui deve potere amare me.
E così in tuo papà è emersa la certezza che tu vivi, non si sa come ma vivi, che c’è ancora la possibilità di amarvi. La certezza che non è vero che si muore e basta. Tuo papà ha contagiato anche il figlio di Dario Fo che in piazza duomo ai funerali di suo papà ha citato e ripetuto queste convinzioni di tuo padre. Per me che l’età costringe a pensare alla morte, tutto questo è consolante e rasserenante. C’è un’altra vita; vorremmo toccarla con mano, ma anche se non la costatiamo, c’è. Grazie, Papo, è tutto merito tuo, frutto del tuo sacrificio.
Ma tuo papà dice continuamente un’altra cosa importante: a vincere la morte è l’amore. La consapevolezza di essere tuo padre lo stringe ancor più a te, a Totta, alla moglie Nik; e poi agli amici, a conoscenti ed ignoti lontani …
E nasce il desiderio che l’altro mondo possa toccare e mostrarsi in questo nostro misero mondo. Ci deve essere, scriveva tuo padre, un punto di tangente in cui le orbite dei due mondi s’intersecano. E ti chiede in continuazione che tu mandi dei segnali; anzi a volte interpreta alcuni eventi come certi segnali tuoi. Ci deve essere un punto di intersezione dell’aldiquà dell’infinito con l’aldilà dell’infinito, come li chiama tuo papà.
Potrei andare avanti anch’io tutta notte a esprimere queste mie reazioni alle lettere di tuo papà; ma come faccio dopo a dire che le sue lettere son lunghe?
Ma nasce una domanda cruciale, decisiva: tutto questo è solo una tragica illusione del nostro cuore, o c’è una possibilità di risposta reale a questi profondi bisogni umani?
Ma se un’opera d’arte non è illusione ma è frutto di una personalità che va oltre e coglie il profondo del cuore umano, non può essere che anche questo bisogno di Amore con la A maiuscola non sia una illusione ma il frutto di una Persona (tuo papà lo chiama ente, entità) che vive un amore infinito e lo ha comunicato a noi; con una modalità che non corrisponde agli schemi dei nostri progetti, che ci spiazza continuamente; ma c’è e ci comunica, proprio attraverso questo nostro bisogno infinito di un amore eterno.
Abbiamo appena celebrato il Natale: si dice che un Dio si è fatto uomo, perché l’uomo possa amare come Dio. Caro Papo, tu che ora capisci tutto, puoi dirci se non è proprio questo avvenimento il segnale che tuo papà desidera? Quel toccarsi delle due parti aldiquà e aldilà dell’infinito? Di questa cosa io sono convinto, proprio perché da prete incontro quasi ogni giorno storie di abissi tragici e di vette altissime di amore: son certo di un Amore infinito, di una misericordia infinita che perdona e risolleva. Papo, se è così – e tu ora lo vedi -, aiuta tuo papino, e anche mamma e sorella, almeno a tenere aperta la possibilità che tutto questo sia vero. In ogni caso ti dico grazie per queste convinzioni che hai già rinfrancato in me, attraverso le riflessioni di tuo padre.
Ma non posso terminare senza dire grazie a te e a tuo papà per un’altra cosa che mi sembra importante, a cui non avevo mai pensato in questo modo. Dalla tua vicenda, dall’amore che intercorre tra te e tuo padre sta nascendo un movimento di persone che in qualche modo riscopre lo stesso bisogno d’amore e si riunisce magari solo nel web, perché quell’amore continui. E questo amore supera la morte e dà speranza agli uomini. Io ci vedo una grandissima somiglianza su come è nata la comunità della chiesa. Gente colpita dalla novità della personalità di Gesù, dall’amore di quell’uomo che muore perdonando con un amore impossibile all’uomo e che si dichiara Dio e predice la sua morte e risurrezione, e di fatto risorge … Ha parecchie somiglianze con quello che sta facendo tuo padre.
Volevo dirti grazie, Papo, perché questa tua vicenda, mi sta facendo comprendere come la chiesa sia nata da questo amore immenso di Gesù ed è al servizio dell’espandersi di questo amore, non di poteri o strutture.
Ancora una volta grazie, Papo.
E’ solo mezzanotte passata, ma in queste scorse notti non ho dormito molto e allora corro a letto.
A rivederci, Papo.
Don Giovanni, un amico di tuo papà.

Riempi di Luce tutti quelli che non hanno saputo Vivere al Meglio come te Bellissimo Papo!
Mi manchi tanto cazzo… ciao Bello!
Papà

PS: Ieri Zia Palli ha portato Totta e i cuginetti ai giardini di Porta Venezia a fare tarzaning. Quanto ti piaceva e come eri bravo ed agile!

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2 Comments

  1. liliana mosena ha detto:

    ciao Papo! Se dall’altra parte dell’infinito incontri una bambina, tua coetanea,con lunghi capelli castani ed occhi nocciola, e che si chiama Mari, invitala a giocare con te, a ballare, a fare cose pazze; è un po’ timida e riservata, ma con un ragazzino come te si lascerà andare e perderà quel velo di malinconia che sostava spesso all’angolo dei suoi occhi.Dille che, da questa parte dell’infinito, sua sorella lilli la porta sempre nel cuore.

  2. arcano ha detto:

    Ciao Lilli, ti abbraccio

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